« Fosse successo sull'altra riva sarebbe stata un'apocalisse»

Lo scrittore punta il dito contro l'amministrazione: «Solo rammendi d'emergenza e zero manutenzione»

Enza Cusmai

Luca Nannipieri, scrittore, saggista e fiorentino d'adozione è amareggiato per la voragine sul Lungarno Torregiani a Firenze.

«Mi è sembrata una grande burla, quasi uno sberleffo all'arte eterna. Una figuraccia planetaria ma c'è quasi da ridere a vedere che questa città così plastificata, che ostenta solidità anche nei suoi monumenti, viene inginocchiata non da un evento tragico ma da una tubatura dell'acqua che scoppia».

Chissà se la pensano così anche i turisti che potevano finire nella maxi buca mentre ammiravano il paesaggio.

«Sicuramente l'immagine della città è stata danneggiata visto che quelle foto hanno fatto il giro del mondo. Ma è pazzesco che a distruggere l'immagine di Firenze sia una scena che sembra appartenere alla scenografia di un teatro».

Possiamo dire che poteva andare peggio.

«Certamente. Per fortuna nessuno è finito all'ospedale. Ma il danno d'immagine c'è, nonostante non sia dovuto alla drammaticità dell'evento. Questa storia si differenzia da quelle tragiche avvenute in passato: l'attentato mafioso di via dei Georgofili nel 1993 o l'alluvione dell'Arno del 1966 che provocò morti e distrusse opere d'arte».

Allora meglio un tubo rotto e una sonora planetaria figuraccia.

«Quel manto stradale sprofondato assieme alle auto però non è un'immagine buona ma è un po' come se il re cascasse su una buccia di banana. Tutto è buffo».

E se il crollo fosse avvenuto dall'altra parte dell'Arno?

«Allora il danno sarebbe stato epocale. Il lungarno Archibusieri, corre a fianco della Galleria degli Uffizi e uno smottamento avrebbe potuto far crollare l'ultima parte della struttura. Tra l'altro, il lungarno è uno dei punti più prestigiosi della città e vi girano milioni di persone a tutte le ore del giorno e della notte».

Lei non è un tecnico, ma come può un tubo creare uno smottamento simile in una città così in vetrina?

«Purtroppo Firenze così come Pisa sono fondate su terreni argillosi sottoposti a cedimenti causati dal forte spargimento di acqua. La gestione idrogeologica è strategica e i controlli vanno seguiti con molta attenzione. Cosa che non sembra sia avvenuto in questo caso».

Ma questi crolli si potrebbero evitare?

«A mio avviso c'è stata una grave manchevolezza della amministrazione attuale. Ci dovrebbe essere un sistema di verifiche e di sondaggi più accurati. Se fosse scoppiato un tubo dell'acqua lungo sotto Palazzo Vecchio o sotto Piazza della Signoria oggi, senza voler gufare, avremmo parlato anche di morti».

All'ex sindaco della città Renzi, che suggerimento darebbe?

«Di far curare meglio la manutenzione. Si lavora sempre sulle emergenze, invece bisogna andare oltre: il patrimonio storico e artistico di Firenze ha bisogno di manutenzione non solo di rammendi in situazioni eccezionali. A Firenze ci sono luoghi dimenticati che fanno schifo».

Per esempio?

«L'abbazia di via monte Oliveto, al centro di Firenze, dove c'era l'Annunciazione di Leonardo da Vinci. Quell'angolo splendido era abitato da balordi e drogati, ora è stato sgomberato ma resta ancora fatiscente.

Ed è molto triste pensare che esiste la Firenze da cartolina, dei grandi eventi e dei grandi sponsor, e quella vera che si cerca di nascondere come la polvere sotto il tappeto».

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