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"Fotografo Viola solo di spalle La proteggo dalla mia vanità"

La blogger teme che la bambina diventi una reginetta del web: «Lei non vorrebbe quei post»

"Fotografo Viola solo di spalle La proteggo dalla mia vanità"

Tra le schiere delle mamme blogger spregiudicate, c'è qualcuna che si salva. E ha l'intelligenza di capire che forse non è il caso di pubblicare le foto delle sua principessina su Internet. Lei è Chiara, autrice di «Ma che davvero?», blog dedicato a mamme e bambini, dove sono numerose le foto della figlia Viola. Ma tutte di spalle.

Chiara, come è possibile che invece certe mamme mettano la vanità prima della sicurezza dei propri figli?

«Non voglio assolutamente giudicare chi posta le foto dei figli. Siamo la prima generazione di genitori social e non abbiamo ancora sufficiente esperienza in merito per dire se esporre i bambini on line faccia danni o meno. Io ho semplicemente fatto ciò che sentivo».

Sua figlia è una delle poche a non essere mai mostrata in viso.

«È stato un istinto protettivo nei suoi confronti. In primis non ha scelto lei che sua mamma facesse la blogger. Nel mio caso pubblicare una foto non significa mostrarla ad amici e parenti, ma ad una platea di centinaia di migliaia di persone. Anche se sono sua mamma e decido per lei, avevo come l'idea di non avere il suo consenso».

Eppure sembra che certe mamme non abbiano mai sentito la parola pedofilia.

«Io non sono preoccupata tanto dell'idea del malintenzionato di turno, quanto di esporla ad un seppur minimo divismo e ad una dinamica di like e follower dalla quale vorrei proteggerla finché posso».

Teme l'effetto reginetta del web? Sa che certe sue colleghe definiscono baby influencer le proprie neonate?

«Mi è capitato alcune volte di essere riconosciuta per strada, o in viaggio, e non vorrei che lo stesso potesse accadere a mia figlia, magari quando non siamo insieme. Sarebbe spiazzante».

Stiamo creando bambini che hanno più followers che amici all'asilo.

«Ho letto diverse ricerche che hanno confermato un sospetto che avevo, e cioè che condividendo foto e storie dei nostri figli noi già stiamo creando una loro identità online che dovranno successivamente mettere in discussione. Già l'adolescenza e i social sono un mix delicato, figuriamoci se ci si mette tua madre che ha postato centinaia di tue foto. E poi so che in gran parte l'avrei fatto per vanità».

Diciamolo, la foto di un bel bimbo on line attira una marea di consensi.

«I bambini sono belli, tutti. E acchiappano like. La foto di un bambino che sorride vince sulla foto di un bambino di spalle 100 a zero.

Adesso però, dopo tanti anni di protezione - Viola ora ha 9 anni - mi trovo davanti ad un altro dilemma: quando concederle invece di usare i social per conto suo? E come?».

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