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Franciacorta, o che bel Castello

V entiquattro ettari nel Sud della Franciacorta, ai piedi del Monte Orfano. È la felicissima location di Castello Bonomi, azienda nata a metà degli anni Ottanta, nell'epoca del boom della Champagne italiana (definizione che non a tutti piace ma che è sinteticamente efficace).

Centro dell'azienda il Castello Bonomi, piccolo gioriello architettonico costruito nell'Ottocento all'architetto Antonio Tagliaferra da Bortolo Tonelli, figlio del compagno di prigionia di Silvio Pellico. Le cantine sono un luogo di particolare pregio: scavate sul fianco della montagna sono state ristrutturate una trentina di anni fa per adeguarle alle necessità di un'azienda moderna.

Il terroir è decisamente all'altezza di un simile gioiello: i vigneti di Castello Bonomi si trovano infatti in una delle sette unità vocazionali considerate più interessanti dell'intera Franciacorta, i «colluvi gradonati». Anche il microclima dà il suo contributo: il Monte Orfano protegge il versante sud, sulle cui pendici si trova la tenuta, dalle correnti fredde e umide che arrivano dalle Prealpi.

Con simili presupposti i vini non possono che essere decisamente interessanti.

La gamma è piuttosto stringata: il Cru Perdu è una cuvée di Chardonnay e Pinot Nero che dopo otto mesi di fermentazione in piccoli carati di legno poi si perfeziona per oltre 36 mesi in bottiglie, risultando tropicale e tostato al naso e avvolgente in bocca; la Gran Cuvèe nasce da una selezione di uve (chadronnay 80 per cento e Pinot Nero 20) provenienti da una ventina di cru aziendali; ci sono poi il Satèn, tipologia caratteristica della Franciacorta, con una minore pressione atmosferica e una maggiore morbidezza; il Rosé, da Pinot Nero in purezza; il Dosage Zéro millesimato; e la Cuvée Lucrezia Etichetta Nera, produzione assoluatmente di nicchia realizzata con le uve provenienti dai vigneti più vecchi di Castello Bonomi.

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