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Frattini in Libia per la crisi dei visti

Tripoli Il ministro degli Esteri Franco Frattini, ieri in visita nella capitale libica Tripoli, ha affrontato con i rappresentanti del governo della Libia la questione della crisi dei visti. Al termine degli incontri con il premier Baghdadi al-Mahmoudi e con il collega Mousa Kousa, Frattini ha detto che l’Italia riproporrà lunedì prossimo al Consiglio degli affari generali a Bruxelles, in stretto raccordo con la presidenza spagnola dell’Unione Europea, l’argomento della crisi dei visti tra Libia e Svizzera.
In quella circostanza, hanno spiegato fonti della Farnesina, la presidenza spagnola dovrebbe fare una dichiarazione sui termini dello sblocco dei visti. Nel caso in cui non si dovesse trovare un accordo da qui al 4 aprile, «l’Italia cercherà insieme ad altri Paesi europei che ne condividono la linea, come Spagna, Portogallo, Malta, Grecia e Slovenia, di avvalersi del nuovo codice visti Schengen (che entrerà in vigore il 5 aprile, ndr), in particolare l’articolo 25, comma 2, che dà la possibilità, in caso di crisi di varia natura, di emettere visti a territorialità limitata condivisi da altri Paesi dello spazio comune», hanno detto le fonti. Così, per esempio, alcuni Paesi potrebbero mettersi d’accordo per dare ai funzionari libici inseriti da Berna nella lista nera visti validi per il loro territorio ad esclusione della Svizzera.
Durante gli incontri a Tripoli - ha poi riferito il ministro - è stata sottolineata la profonda indignazione di Gheddafi per l’inclusione nella lista nera svizzera. Il primo ministro libico ha anche fatto riferimento al fallito tentativo di raggiungere un accordo tramite l’intervento della presidenza spagnola, 4 giorni fa a Tripoli.

E Frattini ha ricordato alla Svizzera che Schengen «serve a prevenire l’ingresso di terroristi e criminali in Europa e non ad esercitare pressioni per risolvere crisi diplomatiche bilaterali».

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