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Frecce, Gheddafi cede: il cielo di Tripoli tinto del tricolore italiano

Vinto il braccio di ferro con Tripoli che voleva il fumo verde. Le Frecce volano con la classica fumata bianco-rosso-verde. L'aviazione: "Il Tricolore è il simbolo più prezioso che gli italiani possano donare"

Frecce, Gheddafi cede: 
il cielo di Tripoli tinto 
del tricolore italiano

Tripoli - Alla fine le Frecce tricolori hanno tinto di verde, bianco e rosso i cieli di Tripoli. Dopo una lunga giornata di polemiche e attacchi le autorità libiche hanno rinunciato a imporre la fumata verde all'aviazione nostrana. D'altra parte lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non aveva ammesso margine di trattativa: "Sono rimasto d’accordo ieri sera con il ministro della Difesa che le Frecce tricolori voleranno con la scia tricolore". Così è stato. Non a chiusura dell’esibizione come previsto ma come prima manovra, le Frecce tricolori hanno svettato su Tripoli in occasione del 40esimo anniversario della Rivoluzione Verde.

Un lungo braccio di ferro Alla fine, sgombrando il campo da ogni polemica, la pattuglia acrobatica italiana ha tinto con il tricolore il cielo di Tripoli per festeggiare il 40esimo anniversario della rivoluzione Verde che portò al potere Muammar Gheddafi. Le Frecce Tricolori hanno aperto e chiuso con la fumata verde, bianca e rossa lo show aereo cui partecipano velivoli militari e civili italiani, francesi, portoghesi e serbi. A sbloccare l’impasse sono state le parole dell’ambasciatore libico in Italia, Abdulhafed Gaddur: "Le frecce voleranno con il tricolore", ha affermato aggiungendo che "la manifestazione si svolgerà come previsto". In Italia, ha osservato anche l’ambasciatore, "c’è gente che vive di polemiche".

Il botta e risposta con Tripoli Il primo a battersi per il tricolore era stato il tenente colonnello Massimo Tammaro, capo della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare. "Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera", aveva spiegato. Le autorità libiche avevano chiesto che le Frecce non rilasciassero alcuna scia, dopo aver inutilmente sollecitato l’utilizzo di un fumo verde in omaggio alla rivoluzione di Muammar Gheddafi. Tripoli, aveva detto l’ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano, "ritiene che oggi sia la propria Festa nazionale e vorrebbe avere solo il proprio colore, ma la bandiera della pattuglia acrobatica è quella. I punti sono chiarissimi e i nostri piloti sono pronti al decollo". Da Roma era poi arrivato l’appoggio del governo ai militari italiani: "Frecce con tricolore o non voleranno", aveva avvertito Silvio Berlusconi.

La Difesa: "Seguire le modalità" "Le modalità dell’esibizione della pattuglia italiana - aveva affermato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - sono le stesse costantemente rispettate in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce si sono esibite". Gheddafi intanto ha continuato la sua operazione di accreditamento morale e politico presso l’Occidente. La Libia potrebbe risarcire le famiglie delle vittime dei terroristi nordirlandesi dell’Ira, a titolo di compensazione per il ruolo avuto nel passato da Tripoli nel sostegno e nella fornitura di armi per gli attentati. Lo riferisce il britannico Independent citando fonti vicine al colonnello Muammar Gheddafi, secondo cui - dopo il rilascio di Abdelbaset Ali Mohmet al-Megrahi, l’autore dell’attentato di Lockerbie - il governo libico tratta con Londra.

Il negoziato sul tavolo Sul tavolo di un negoziato mai ufficialmente aperto c’è anche la consegna dell’assassino di Yvonne Fletcher, poliziotta venticinquenne che nel 1984 fu uccisa dal proiettile di un cecchino mentre teneva d’occhio una manifestazione fuori dall’ambasciata libica a Londra. I libici ne organizzarono il rimpatrio in tutta fretta e segretezza.

Tripoli ha collegato questa vicenda con la richiesta di "informazioni" su un presunto complotto britannico messo in piedi nel 1996 per uccidere Gheddafi.

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