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Frutta e verdura? Uno su quattro le vuole biologiche

I consumatori abituali sono famiglie del nord con figli. Nei supermercati sempre più scelta

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Poeti, santi o navigatori ma anche divoratori di cibi biologici. A gran ritmo. È la fotografia dell'italiano a tavola scattata. O meglio: di chi fa la spesa e si muove fra gli scaffali di supermercati, ipermercati e discount. Il cibo bio non è più considerato un consumo di nicchia ma un'abitudine diffusa. Sempre più catene di supermercati stanno ampliando l'offerta bio con il proprio marchio.

Secondo i dati Nielsen sono 20,5 milioni le famiglie che, nel 2017, hanno comprato abitualmente almeno un prodotto bio. Ossia l'80% delle famiglie italiane.

Il 57,2% lo fa ogni tre mesi, il 17,7% una volta al mese, il 25,1% ogni settimana. Da chi è rappresentato il quarto di famiglie che acquista bio abitualmente e che contribuisce al 76,2% dei volumi del settore? Sono famiglie con bambini o ragazzi, hanno un reddito medio alto e risiedono al Nord. E ad occuparsi della spesa è in genere la mamma, di età fra i 35 e i 55 anni.

Il valore del biologico confezionato, comprese frutta e verdura impacchettate, è stato stimato di 1 miliardo e 380 milioni nell'ultimo anno e la crescita del comparto rispetto all'anno precedente è stata del 16,4%.

Un altro dato: guardando agli ultimi sedici anni si nota che il trend di crescita del settore alimentare generico è sceso da 8,2 nel 2001 a 4,1 nel 2017, quello del biologico invece, è passato da 12,7 nel 2003 a 19 nel 2016. Se poi dividiamo l'Italia in tre macro aeree osserviamo che i consumi bio sono più consistenti al Nord, specie al Nord est ma è al Sud che si registrano numeri più alti di crescita. Insomma, il bio piace e, visti i presupposti, ha un appeal destinato a impennarsi.

Due ettari su dieci dei territori dello Stivale sono coltivati nel rispetto del disciplinare biologico. La maggior estensione si trova in Sicilia (363.639 ettari), seguita da Puglia (255.831 ettari) e Calabria (204.428). La superficie bio di queste tre regioni occupa il 46% dei terreni coltivabili in Italia. Le aziende agricole bio rappresentano il 4,4% delle aziende agricole. Il dato si riferisce al 2016 e segna un punto percentuale in più rispetto al 2015. Ogni 100 aziende 5 sono bio al Centro, al Sud e nelle Isole, mentre al Nord sono 3.

Che cosa si sceglie bio? In pole position frutta e verdura (5,3%), seguiti da prodotti vari che, ad esempio, comprendono pasta, frutta secca, olio, caffè, biscotti, semi oleosi ma anche creme, shampoo e detersivi(4,5%). Al terzo posto troviamo i prodotti freschi come carni, pesce, uova latte e latticini (3,2%).

Si stima che 18 uova vendute su 100 siano bio. L'1% è occupato da gelati e surgelati e lo 0,9 dalle bevande. Da un'analisi condotta dal Mipaaf, Ministero delle politiche agricole emerge anche, nell'ultimo anno, «un incremento fuori media» della richiesta di vini, spumanti e delle carni fresche trasformate.

La corsa al bio si riflette un po' ovunque. Abitudini e tendenze che sono state prontamente colte dalla Grande distribuzione come spiega Stefano Crippa, direttore Comunicazione e Ricerche di Federdistribuzione: «Nel corso degli anni la Marca del distributore ha visto uno sviluppo progressivo. Le imprese della Grande distribuzione sono state le prime ad intuire che il comparto del biologico avrebbe visto una forte crescita e hanno investito su questa tipologia di prodotti. A fronte, infatti, di una quota di mercato di circa il 18% nel 2017, la quota della Marca del distributore nel comparto del biologico è mediamente del 41% e su alcuni prodotti è leader assoluta.

Inoltre i prodotti biologici a marchio del distributore garantiscono mediamente un risparmio di circa l'11% rispetto agli stessi prodotti bio della marche più affermate».

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