A furia di costruire discariche Bassolino s’è scavato la fossa

L’emergenza rifiuti in Campania non sarà risolta né risolvibile in tempi brevi. Per uscire dall’attuale situazione, infatti, servirebbero numerosi termovalorizzatori ed attualmente se ne sta costruendo soltanto uno ad Acerra. Si dice che sarà pronto entro l’anno, ma nessuno sa ancora chi e come lo gestirà. Il solo impianto in realizzazione avrebbe bisogno di più di cinquanta anni per smaltire l’arretrato e la costruzione di altri quattro impianti richiederebbe ancora molto tempo.
Chiarito che l’emergenza durerà almeno per altri cinque o dieci anni, cerchiamo di capire che cosa è accaduto da tredici anni a questa parte, dalla dichiarazione di emergenza ad oggi. Nei due anni di governo regionale del centrodestra, dal 1995 al 1997, si cercò di risolvere il problema con una gara d’appalto internazionale per la realizzazione di quattro impianti. Oggi il problema sarebbe risolto, ma allora la politica ci mise lo zampino. Nel 1998 Mastella diede vita al noto ribaltone e il centrosinistra annullò la gara preferendo la remunerativa emergenza, con cui si fanno clientele e voti e si arricchiscono i padroni delle discariche, spesso collusi con la camorra.
Bassolino pensava così di schivare l’impopolarità che segue alle decisioni in questo campo, immaginando di essere di passaggio in quel ruolo in attesa di divenire leader della sinistra italiana e magari vice di Prodi. È successo invece che a forza di preferire le discariche si è scavato la fossa politica. In pochi anni ha speso due miliardi di euro, ha assunto per chiamata diretta 2.316 addetti alla raccolta differenziata che per sua stessa ammissione non possono andare al lavoro perché non saprebbero che cosa fare. Il risultato è che la differenziata oscilla tra l’8 e il 10% del totale, praticamente da un terzo ad un quinto rispetto ad altre realtà dove si è investito molto meno.
Il risultato è la situazione odierna. Ogni giorno la Campania produce 7.200 tonnellate di rifiuti e ne riesce a smaltire appena 2.200. Il resto è sotto gli occhi di tutti, in strada, con topi che infestano le città e persone esasperate che incendiano i cumuli di spazzatura spargendo così diossina nell’aria ed intasando gli ospedali a causa dell’aumento vertiginoso di crisi respiratorie. Nuove discariche risolverebbero il problema solo per qualche settimana e la genialata di impacchettare i rifiuti in balle da una tonnellata che vengono trasportate in treno in Germania è una follia economica ed un segno di impotenza amministrativa e politica. Qualcuno penserà che i campani producono più immondizia degli altri, mentre i dati statistici dicono il contrario. Ogni cittadino della regione in perenne emergenza produce 485 chili all’anno di rifiuti, mentre la media italiana è di 524 chili pro-capite.
Se i numeri sono questi occorre parlar chiaro e chiedere alle istituzioni un atto forte. In una democrazia normale Bassolino si sarebbe dimesso o sarebbe stato commissariato. Napolitano ha lanciato l’allarme ed il governo dovrebbe pensare ad un atto forte e definitivo, ad un decreto che commissari presidente e giunta e sciolga il consiglio regionale per manifesta incapacità di funzionamento. Il giorno dopo servirebbe la nomina di un commissario con pieni poteri, scelto tra i prefetti di alto rango, possibilmente con una carriera militare alle spalle. Soltanto così si potrebbe garantire una svolta ad una regione che altrimenti è condannata a proseguire così finche la rabbia popolare non diventa rivolta contro il palazzo.


*Parlamentare di Forza Italia
maracarfagna@libero.it

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