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Dalla fusione PostePay e PosteMobile il più grande istituto di moneta elettronica

E il nuovo business accelera sui ricavi: 307 milioni nel primo semestre

Poste Italiane guarda alla nuova frontiera del Fintech e lancia la sfida del mercato con PostePay Spa, la nuova creatura nata per il business dei pagamenti digitali. La società è forte di un brand solido e riconosciuto come Postepay, la carta ricaricabile per antonomasia, leader in Italia, radicata tra i giovani e apprezzata in ogni segmento sociale ed economico. È il più grande istituto di moneta elettronica italiano (imel) e nasce dalla fusione tra PosteMobile, l'operatore telefonico di Poste, e l'infrastruttura dei pagamenti già attiva in BancoPosta.

La neonata società è venuta alla luce il 1° ottobre scorso e rientra quindi nel processo di sviluppo digitale di Poste, ma il suo arrivo è stato anticipato dall'amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, sin da febbraio durante la presentazione del nuovo Piano industriale «Deliver 2022». Matteo Del Fante, grande fautore della operazione PostePay, ha sottolineato che il varo della nuova società è un passaggio cruciale del nuovo Piano industriale: «Siamo orgogliosi di aver raggiunto questa importante tappa del Piano Deliver 2022 - ha detto - Postepay è la più grande piattaforma di pagamenti digitali che, in sinergia con la rete di distribuzione più capillare d'Italia, quella degli uffici postali, permette a Poste Italiane di consolidare il suo ruolo di motore di sviluppo e di innovazione per il Paese. Con le soluzioni offerte da PostePay SpA milioni di famiglie, le imprese e la Pubblica Amministrazione potranno beneficiare di servizi di qualità e prodotti semplici e sicuri in grado di soddisfare qualsiasi loro esigenza».

Le frecce nell'arco di PostePay sono da record: circa 19 milioni di carte prepagate (di cui 5,4 milioni di carte Evolution dotate di iban), circa 20 milioni di app scaricate e 2,2 milioni di digital wallet. Nel primo semestre il nuovo business ha impresso accelerazioni ai ricavi (307 milioni di euro e +10,4% sul semestre 2017), all'ebitda, a 113 milioni, con un incremento del 7%, e al volume di transazioni, che ha raggiunto quota 550 milioni (+19%). Inoltre, PostePay Spa, guidata dall'ad Marco Siracusano, stringe i tempi anche nell'area dell'acquiring, cioè nella rete dei pos, i dispositivi elettronici per i pagamenti nei punti vendita, con un occhio rivolto all'e-Commerce dove un acquisto su quattro in Italia viene pagato con una «ricaricabile» Postepay. I numeri parlano chiaro e fanno di PostePay una autentica corazzata che fa rotta verso il Fintech: a settembre 2019 entrerà in vigore la direttiva europea Psd2 che consentirà a soggetti finanziari terzi (autorizzati dai clienti e operanti a loro volta come imel) di eseguire operazioni di accredito o addebito sui conti correnti. PostePay correrà con gli altri agguerriti player globali in questo nuovo mercato.

Oltre alle soluzioni studiate per la «casa madre» Poste Italiane, PostePay potrà realizzare una gamma esclusiva di servizi finanziari e di pagamento rivolti a privati e aziende con soluzioni «su misura» possibili grazie all'integrazione tra telefonia e digitale.

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