Cultura e Spettacoli

Futurismo, l'avanguardia delle avanguardie

Un raffinato libro (Giunti Editore) della professoressa Claudia Salaris svela gli aspetti inediti del movimento marinettiano

Dopo un anno di martellamento ZANG TUMB TUUM, ormai è fortissima la tentazione di urlare, «Ora basta con il Futurismo!». L'anno che sta per chiudersi è stato infatti sconvolto da uno tsunami futurista (a volte decisamente pseudo-futurista ndr) che ha sommerso il centenario del movimento marinettiano con altissime ondate di «parole in libertà». Libri, convegni, articoli: tutti lì a bombardarci con gli stesse ordigni esplosi sul Manifesto de Le Figaro del 20 febbraio 1909.
Ma proprio quando pensi di aver letto quasi tutto sull'argomento, ecco capitarti tra le mani l'opera di Claudia Salaris, «Futurismo, l'avanguardia delle avanguardie» (Giunti Editore, pagg. 240, euro 35). Il tempo di scorrere i testi e ammirare il ricco apparato iconografico, e capisci subito che il lavoro della Salaris (studiosa di storia e letteratura delle avanguardie) ha una marcia in più. E allora ti chiedi quale sia il suo «segreto». Indaghi, chiedi, verifichi su internet. Infine scopri l'arcano. Il libro della professoressa Salaris con in copertina il Ritratto di Marinetti firmato da Fortunato Depero ha un «profumo» particolare perché Claudia Salaris è una scheggia integrante del Futurismo: l'autrice è infatti sposata con l'artista italo-cileno Pablo Echaurren, figlio del pittore surrealista cileno, Sebastian Matta. Un mix perfetto per chi ama e vuol far amare al mondo la passione futurista; passione di cui il libro di Claudia Salaris è ricco dalla prima all'ultima pagina. Esattamente come accade con i fumetti di avanguardia firmati dal marito Pablo Echaurren: «Caffeina d'Europa» e «Futurismo contro». Voli pindarici? Non solo, visto che Echaurren è stato anche l'autore della celebre copertina del romanzo «Porci con le ali»...
Ma torniamo a «Futurismo, l'avanguardia delle avanguardie»: una corsa ad acceleratore pigiato che va dagli anni '10 ai primi anni '40, riassumendo ogni aspetto di un movimento che non fu solo artistico ma cercò nuove forme espressive in letteratura, nella danza, nella pubblicità, nel design di interni e di oggetti, nell'editoria, nel cinema e nella fotografia. Un movimento che si impone come la principale (forse unica) avanguardia italiana dei primi decenni del Novecento.
Di particolare interesse, il capitolo dedicato al «presente» del futurismo, ovvero all'eredità del movimento marinettiano, ravvisabile non solo in certe espressioni dell'astrattismo, dello spazialismo, del situazionismo, nella poesia visiva, nella neoavanguardia, o negli omaggi che spesso gli artisti gli hanno tributato, ma anche nel design postmoderno, nella moda, nel fumetto d'avanguardia e perfino nell'universo musicale giovanile.
Morale: il Futurismo vive e combatte con noi.

Sempre.

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