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Il gatto milionario ha proprio tutto, anche un'infermiera che si occuperà di lui

«Tommasino», micio romano, ha ereditato una fortuna dalla padrona passata a miglior vita: 10 milioni di euro. I curatori testamentari hanno finalmente individuato, secondo disposizioni testamentarie, la persona più adatta a curarsi di lui e a proseguire le attività ini favore degli animali: è Stefania, un'infermiera di 48 anni

Chi ha detto che le «gattare» sono in genere pensionate tristi, solitarie, forse persino un po' «matte» e soprattutto destinate a restare povere in canna? «San Micio» esiste, e ha consentito a una romana quasi cinquantenne di diventare milionaria.
Stefania C., la beneficiata dalla sorte, non ha vinto alla lotteria, ma deve la sua fortuna - una volta tanto - al suo lavoro di infermiera e alla sua passione per i gatti. In particolare uno, Tommasino, randagio adottato da una vecchia e ricca signora. Assunta C, classe 1917, originaria di Potenza ma da decenni trapiantata nella capitale, era balzata agli onori delle cronache due anni fa per la sua bizzarra idea di fare testamento in favore proprio del suo amatissimo micio. Due settimane fa la donna, tagliato l'invidiabile traguardo dei 94 anni, è però passata a miglior vita e il suo singolare testamento, registrato nell'ottobre del 2009, è diventato operativo a tutti gli effetti. Tommasino è diventato così proprietario di una villa all'Olgiata, di due appartamenti a Roma e Milano, di diversi conti correnti bancari e di alcuni terreni in Calabria per un valore stimato complessivamente nell'ordine dei 10 milioni.
Nel testamento olografo - del quale erano stati nominati esecutori testamentari gli avvocati Marco Angelozzi, Anna Orecchioni e Giacinto Canzona - era stato istituito un legato a favore della persona, fisica o giuridica, o dell'associazione animalista che sarebbe stata individuata dagli esecutori testamentari e che sarebbe divenuta erede dell'ingente patrimonio con il perentorio onere di occuparsi del gatto e, soprattutto, degli altri animali abbandonati. «Nell'ultimo anno - spiega Anna Orecchioni - ci sono arrivate da tutta Italia centinaia di richieste di possibili candidati al ruolo ma molte delle offerte ci sono parse sospette, fatte a nome di improbabili associazioni, e questo ci ha costretto ad un lungo e scrupoloso lavoro di verifica».
Alla fine, nel maggio del 2011, la scelta è caduta su Stefania C., 48 anni, romana, l'infermiera professionale che si è presa amorevolmente cura dell'anziana donna fino alla fine. «Con la signora - ricorda Orecchioni - l'infermiera condivideva l'amore per cani e gatti: ne ospita parecchi nella sua casa fuori città. Ed è certamente la persona più adatta a interpretare al meglio le volontà della sua assistita».
Quando la notizia uscì sui giornali, in molti storsero la bocca per una decisione così stravagante, «ma la signora Assunta non ha parenti, ha sempre fatto donazioni a favore degli animali e voleva evitare che i suoi soldi andassero perduti». Una parte della cifra, prevede espressamente il testamento, va al solo Tommasino. Latte di prima qualità, scatolette prelibate, qualche giocattolo di pezza.

A tutto il resto ci penserà Stefania, milionaria non per caso, ma per gatto.

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