Cronache

All'Outlet dopo la «bomba»

Le bombe della domenica sono diventate le battute del lunedì. All'Outlet di Serravalle si cerca di riderci su, a ventiquattro ore di distanza dal falso allarme per la presenza di cinque ordigni nella cittadella dello shopping. «Abbiamo fatto un boom di presenze»: tra i tanti scherzi udibili ieri tra commesse e personale in genere, è il meglio riuscito. Si ride, perché d'altra parte bombe non ce ne sono mai state, nei 45mila metri quadri di Serravalle. E la clientela non è tantissima, ma è esattamente la stessa di qualunque altro lunedì di marzo dal tempo incerto.
Tutt'altra storia domenica pomeriggio alle 14, quando ai centralini al piano terra della palazzina amministrativa è arrivata la telefonata la cui registrazione è al vaglio della Procura di Alessandria che indaga per procurato allarme. La voce che si qualificava come «le nuove Brigate» (il cui colore non è stato specificato dall'interlocutore) ha parlato di cinque cariche d'esplosivo pronte a saltare, sistemate in altrettanti punti del grande centro commerciale, che in quel momento aveva al proprio interno un numero di persone stimato tra le 13 e le 15mila. Il pubblico di una partita di calcio di media serie A, da far sfollare però senza preavviso e in una decina di minuti. Sarebbe bastato poco a scatenare il panico, ma chiunque fosse presente in quel momento concorda sul fatto che il deflusso è stato regolare, malgrado l'agitazione. «Un paio di volte all'anno - rivela Michela, commessa di John Ashfield - la direzione dell'Outlet organizza un'esercitazione: simuliamo l'evacuazione di tutto il centro in dieci minuti. Certo però che un conto è fare le prove solo tra noi dipendenti, un conto è la realtà, con tutta la clientela coinvolta». Praticamente niente scene di panico, comunque: «C'era anche chi se la rideva - rievoca Cettina, un'altra commessa - ma più di un cliente ha capito che c'era di mezzo una bomba, dopo aver orecchiato le telefonate alla direzione che il personale di alcuni negozi effettuava per avere conferma dell'allarme». A quel punto, mentre i clienti si allontanavano dando vita ad un ingorgo automobilistico impossibile da districare anche per le forze dell'ordine, il personale dell'Outlet si è rifugiato a piedi lungo la strada statale, lasciando le auto nel piazzale. «Alle cinque - prosegue il racconto di Michela - è arrivato l'ordine di andarle a recuperare. I responsabili dei vari negozi sono rimasti qui mentre i carabinieri controllavano uno per uno i camerini, gli altri se ne sono andati rimanendo però a disposizione, col cellulare acceso, fino a fine turno». Ma mentre all'Outlet la macchina della sicurezza si è messa in moto, a pochi metri sembrava di stare su un altro pianeta: il confinante Retail Park è rimasto attivo fino a dopo le cinque, orario in cui è stato dato l'ordine di evacuazione; stesso discorso per la farmacia che sta esattamente a metà tra i due centri commerciali. Il vicinissimo Iper, addirittura, non è stato sfiorato dall'emergenza.
Silenzio assoluto su quanto accaduto da parte della direzione dell'Outlet e da McArthur Glen, la società proprietaria di numerose cittadelle della moda, tra cui quella di Castel Romano - oggetto di un allarme bomba contemporaneo a quello di Serravalle - e quella di Noventa di Piave, che la sua finta emergenza l'ha avuta a gennaio. «Certo che chi ha fatto questa telefonata è proprio uno stupido», si lamenta con un certo candore linguistico una dipendente del negozio di Sartoria Val di Taro. Che ci sia dietro una motivazione politica (improbabile, secondo gli inquirenti) o commerciale (più realistica), il gesto ha provocato un danno economico notevole, ed è sul peso stimato, in termini di euro, di questa domenica saltata che la proprietà risponde con un fermo no comment. Ma a sentire chi lavora dietro il banco, lo «scherzo» domenicale è stato peggio di una giornata di pioggia, neve, grandine e scioperi assortiti. Con in più l'incognita dei pagamenti: anche se probabilmente la maggior parte dei negozi pagherà regolarmente la giornata bruscamente interrotta, la faccenda crea qualche ansia tra i giovani e giovanissimi che lavorano all'Outlet solo nei weekend e fanno affidamento a quelle poche giornate lavorative per le loro entrate mensili.
Ma, soltanto un giorno dopo, tutto questo sembra essere accaduto in un'altra dimensione. La clientela dell'est è sempre ben rappresentata e il russo è, come di consueto, la seconda lingua tra i viali e le piazzette. Il Serravalle Outlet ha riaperto regolarmente in mattinata, iniziando una nuova settimana che - sperano tutti - si dovrà concludere con quel famoso boom di presenze.

In senso figurato ovviamente.

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