Cronache

«Basta fango, gli scandali veri sono Pd»

(...) un coro di disappunto tra le tante voci inserite dal Pdl come rimborsi e finite nel calderone degli «sprechi» c'è uno scontrino di 97 euro emesso il giorno di Ferragosto 2011 da una pasticceria di Zoagli. «Ci tengo a precisare che questi sono relativi all'iniziativa del coordinamento regionale del Pdl di Ferragosto 2011 - spiega Melgrati nella nota -, in merito alla visita alle case di cura ed assistenza per anziani da parte di un consigliere del levante genovese dove, in quel particolare giorno festivo, sono stati visitati in tutta la Liguria questi centri e in alcuni casi i colleghi hanno portato pasticcini per gli ospiti». A dimostrazione della fondatezza della spesa, il capogruppo ricorda come l'iniziativa del Popolo della Libertà sia stata riportata anche sui giornali dell'epoca.
Andiamo avanti. «Io bottoni ne perdo uno al giorno e li ricompro con i miei soldi. Bisogna essere inflessibili, bisogna capire se oltre al comportamento dei singoli, c'è stato un controllo inadeguato. Chiederò conto di ogni centesimo speso», tuonava ieri il governatore ligure contro i colleghi del centrodestra «colpevoli» di aver messo in conto all'ente pubblico uno scontrino di 10 euro di bottoni. «Il presidente Burlando prima di cavalcare questa bufala dei bottoni - continua Melgrati - avrebbe potuto chiedere al sottoscritto; anche noi i bottoni ce li compriamo con i nostri soldi, caro Burlando, quella ricevuta si riferiva ad una bandiera italiana acquistata per iniziative del gruppo. Sarebbe bastato, prima di mettere così in risalto la notizia sulla stampa, andare a chiedere al negozio per farsi confermare che anziché un bottone (perché nello scontrino di un solo pezzo si tratta) è stata acquistata una bandiera dell'Italia e che in questo negozio, non essendo tenuti a specificare il tipo di acquisto, battono gli scontrini indistintamente con la dicitura bottoni».
Capitolo formaggio. Nell'elenco dei rimborsi presentati dal Pdl figurano anche 27 euro per due chili di formaggio acquistati nel caseificio «Val D'Aveto» di Rezzoaglio il 2 ottobre 2010. Che detto così fa subito pensare ad una scorta personale per buongustai, a spese dei contribuenti. «Lo scontrino del formaggio è riconducibile ad un incontro politico con amministratori e sostenitori della zona di Zoagli, organizzato da un consigliere di quel territorio - precisa Melgrati -, accompagnato da un aperitivo durante il quale sono stati serviti prodotti tipici della Liguria, tra cui anche il formaggio di un caseificio locale». Ultimo punto contestato, la famosa «cena romantica» in un ristorante di Rapallo, spesa totale per due persone 40 euro. È ancora Melgrati a smontare l'accusa di uso a fini personali di soldi pubblici. «Della cena al ristorante “Romantica” (così si chiama il locale) per due persone da 20 euro a testa, non voglio nemmeno parlare, sarebbe offensivo nei riguardi del collega. Si è trattato di un incontro a sfondo politico di un consigliere di quella zona». E per quanto riguarda la distrazione del consigliere pidiellino Alessio Saso che ha ammesso di essere stato lui ad andare a Vinadio e aver infilato per sbaglio lo scontrino per cinque ingressi alle terme per un totale di 90 euro, Melgrati nella foga giustificativa, forse va anche oltre, visto che comunque lo sbaglio c'è ed è grave: «Il collega ha già giustificato la sostituzione dello scontrino del ristorante rispetto a quello dell'entrata alle terme».
Ma il punto è anche un altro, fa notare il capogruppo pidiellino: «Stupisce che si dedichino pagine e pagine su quotidiani di interesse nazionale a questo argomento risibile mentre notizie come il buco del Monte dei Paschi o, per tornare su un livello locale, il fallimento dell'Acam, multi utility spezzina dove grandemente responsabile il management indicato dal partito democratico, passano in secondo piano. Vogliamo dare alcune cifre: operazione derivati Monte dei Paschi 700 milioni di euro spariti nel nulla e per tornare sul piano regionale Acam della Spezia 500 milioni di buco. Burlando anziché che preoccuparsi dei “falsi bottoni del Pdl”, farebbe bene ad occuparsi di questi scandali».
E mentre il Pdl fornisce giustificazioni alla richiesta dei propri rimborsi, sono i conti dell'Idv a non tornare proprio. È Francesco Ricci sul Corriere Mercantile a fornire un elenco dettagliato delle spese del gruppo, dove compaiono stilografiche Mont Blanc, lupetti in cachemire «Paul e Shark», guanti e foulard di «Angelucci», valigie in pelle «Rossetti», pernottamenti a Bagheria, camere per due a Savona, ma anche a Genova, libri scolastici per i figli messi in conto alla Regione. Ancora: i conti della lavanderia, slip, reggiseno, pareo, profumi, vini francesi, Ipad, camice. Agli inquirenti risulta che: «diverse spese sostenute con fonti regionali appaiono riconducibili a spese personali e non al funzionamento del gruppo.

I consiglieri Fusco, Scialfa, Piredda e Quaini stanno tentando di sistemare e stralciare le spese non attinenti l'attività politica sostenute nel 2012».

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