Cronache

IL DOCUMENTOSalute e usanze che (per fortuna) non ci sono più

Tra le «cose perdute» ce n'è senz'altro qualcuna che abbiamo fatto bene a perdere. Me lo suggerisce una circolare del Ministero dell'Interno datata 9 gennaio 1933 e indirizzata alle LL.EE. i Prefetti del Regno. Tra le ricerche che effettua il Centro Studi «Storie di Jeri», riordinando le carte dell'Archivio Storico del Comune di Bogliasco, ci siamo imbattuti in questa circolare, pomposamente intitolata «Obbligatorietà delle Sputacchiere nei locali frequentati dal pubblico». Leggendola ci si rende conto di una barbara ma diffusissima usanza tra la gente dell'epoca (a dire il vero non del tutto scomparsa); il Ministro Arpinati scriveva infatti: «(...) risulta che non ovunque sono osservate le disposizioni relative al divieto nei locali abitati da collettività di sputare fuori di speciali recipienti». Quindi, non solo gli italiani sputavano tranquillamente in giro ma lo facevano anche fuori dagli appositi recipienti.

L'argomento può fare un po' schifo ma la circolare continuava dettagliando anche quali dovevano essere i requisiti di una «sputacchiera igienica» e cioè «sollevata da terra pur avendo una base solida che ne impedisca la caduta, deve essere munita di coperchio sollevabile preferibilmente con pedale evitando che il contenuto possa disseccarsi o polverizzarsi e deve essere di aspetto estetico tale da non produrre ripugnanza».

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