Cronache

Fisioterapisti furbetti: due su tre sono abusivi

«Due terapisti su tre fra coloro che prestano servizio nella nostra Regione sono abusivi». La denuncia choc arriva dallo Spif, sindacato professionale italiano fisioterapisti, e in particolare dal referente uscente, Rocco Di Cosmo, che ha lasciato l'incarico a Luca Ghiggini, ma non certo l'impegno a tutela della categoria e anche dei pazienti.
«Il problema dell'abusivismo è una piaga che riguarda anche la Liguria e contro la quale ci stiamo battendo», dice Di Cosmo, che precisa che per fregiarsi del titolo di fisioterapista occorre essere laureati in Fisioterapia con un corso triennale o quinquennale. «Eppure la nostra professione è la più colpita dal numero di abusivi - spiega Di Cosmo - e la maggior parte sono laureati in Scienze Motorie, che dovrebbero occuparsi solo di persone sane, mentre la fisioterapia è dedicata al recupero della funzionalità per persone malate. Poi ci sono i chiropratici i massoterapisti, gli osteopati, che tuttavia non devono fare i fisioterapisti».
Anche in Liguria il sindacato Spif ha indetto una campagna di sensibilizzazione per insegnare ai cittadini a riconoscere i veri professionisti e denunciare gli abusivi che possono anche provocare danni permanenti. «Occorre sincerarsi che nello studio ci sia il certificato di laurea in Fisioterapia - consiglia Di Cosmo - rilasciato dalla facoltà di Medicina».
Ma non è tutto. Lo Spif ha anche intrapreso una battaglia con l'amministrazione regionale per far ritirare la delibera con la quale si stabilisce di assumere laureati in Scienze Motoria all'interno delle residenze sanitarie assistenziali, le Rsa. «La situazione per i pazienti è drammatica anche perché in Liguria, nelle strutture di mantenimento sono previsti 4 minuti di fisioterapia al giorno, neanche il tempo di dire buongiorno. Noi, per ottimizzare i tempi, cerchiamo di riunire dieci persone insieme e di fare 40 minuti in gruppo, ma sta al singolo professionista impiegare al massimo la buona volontà, visto che noi percepiamo 6 euro netti all'ora per il nostro lavoro nelle strutture regionali».
Per i pazienti e le famiglie c'è anche il problema del mancato riconoscimento della fisioterapia che si fa fuori regione, magari perché in Liguria mancano i posti o le liste di attesa sono troppo lunghe. «La Regione non rimborsa più chi va fuori - continua Di Cosmo - e la gente non ce la fa». Oggi il paziente si trova tra l'incudine e il martello quando ha la necessità di svolgere delle cure di riabilitazione. Da una parte spera di trovare un posto in riabilitazione, ma dall'altra c'è il sistema sanitario pubblico o quello accreditato in cui non esiste dialogo tra l'ospedale e il territorio, e nel quale quando si supera la condizione acuta non si ha la certezza di proseguire le cure riabilitative in ambito residenziale o ambulatoriale o domiciliare. «Passa moltissimo tempo fra un ricovero per esiti di ictus all'intervento riabilitativo necessario conseguente», precisa Di Cosmo.

«Ed è solo un esempio - conclude - noi come sindacato ci battiamo anche per i nostri pazienti».

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