Cronache

Guerra a sinistra sui locali del «centro civico»

Il presidente del municipio Ponente, Mauro Avvenente, ieri è sceso in campo e si è messo a battere i pugni a Tursi per scongiurare la vendita del «centro civico» sul lungomare di Pegli. I locali al 32 e 34 rosso erano di proprietà dell'azienda autonoma di soggiorno, poi passata alla Provincia e quindi alla Regione, che adesso ha affidato ad Arte la «cartolarizzazione» di molti beni immobili, tra cui quelli destinati all'associazionismo pegliese.
«Ormai sono due anni che cerchiamo di convincere la Regione a non vendere e il Comune a dare degli immobili in permuta per salvaguardare un importante punto di aggregazione sociale - spiega Avvenente - ma l'ente di Claudio Burlando, per questioni di cassa, ha ceduto i locali sul lungomare ad Arte che sta cercando di trovare un acquirente privato. Il prezzo di vendita è di circa 250mila euro. Non vorremmo che al posto di un'importante infrastruttura al servizio dei cittadini, nasca l'ennesimo mini casinò con le slot machine, che è una fregatura per i cittadini perché chi si arrichisce sono soltanto i gestori e lo Stato biscazziere».
Secondo Avvenente, che ieri ha battuto i pugni a Tursi contro Burlando e Doria, Comune e Regione non hanno provveduto a dare in cambio altri locali nel quartiere e, in ogni caso, non ce ne sarebbero altri perché quelli sono gli unici disponibili e idonei in quanto privi di barriere architettoniche. Al 32 e 34 rosso, infatti, vengono organizzate spesso delle iniziative anche a favore dei disabili e degli anziani. Tra le associazioni che usufruiscono dell'infrastruttura pubblica ci sono pure il Centro universitario Ponente, l'associazione Donne Insieme, il Lions Club (per le iniziative benefiche), la Proloco, l'associazione Amici delle Ville e dei Musei, Pegli Flora, il comitato per la Salvaguardia del territorio, il centro culturale la Saletta dei Pittori, l'Anpi.
«Scenderemo in piazza - spiega una partigiana dell'Anpi pegliese - lotteremo perché la Regione non venda i locali destinati alla comunità. Non possono toglierci un punto di aggregazione sociale e collettivo che è importante per ricordare il valore della Resistenza perché c'è chi ancora si addormenta durante la cerimonia in ricordo delle vittime dell'Olocausto».
Alla fine è tutta colpa del Cav e dei tagli lineari di Tremonti agli sprechi della spesa pubblica.

Infatti, la Regione rossa chiude il «centro civico» per «questioni di cassa» sempre più vuota e non perché servono soldi per cibo per gatti, lingerie, vini francesi, cravatte, deodoranti, viaggetti, cenette e regalini.

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