Cronache

L'acquolina di Moretti: «Che bello, la Juve non perde da 41 partite...»

Genoa-Juventus è una sfida infarcita di ex. Da una parte Borriello, Immobile e Moretti, dall'altra Rubinho e Bonucci che in realtà nel Genoa non ha mai giocato. Pochi ricordano che Emiliano Moretti ha indossato la maglia bianconera nella stagione 2002/2003: 8 presenze in campionato, 3 in Coppa Italia e altrettante in Champions League.
Che ricordi hai di quella esperienza?
«Ero molto giovane, venivo dai primi anni di serie A con la Fiorentina. Arrivare così giovane in un club come la Juventus ti aiuta a capire la vita all'interno di una società tanto importante. A 21 anni ho avuto la possibilità di giocare in Champions e di stare a contatto con giocatori di alto livello. Quella bianconera è stata l'esperienza che mi ha dato di più».
Che cosa vi ha lasciato invece l'esperienza dell'anno scorso?
«È stato un anno difficile, molto brutto. L'unica cosa positiva è stata quella di aver salvato la categoria».
Quest'anno quali sono gli obiettivi del Genoa?
«Sinceramente non lo so. L'anno scorso eravamo partiti con ben altri obiettivi e poi ci siamo salvati all'ultima giornata. Dopo una stagione così non pensi più a quello che sarà, ma solo al presente. Quest'anno non credo che siamo in grado di fare grandi proclami, se non quello di conquistare più punti possibili».
Il fatto di essere un jolly ha penalizzato la tua carriera?
«A posteriori potrei dire di sì. Ma non ho nessun rimorso, anzi sono orgoglioso di aver fatto sempre quello che mi è stato chiesto perché era quello che serviva in quel momento».
Preferisci giocare centrale o terzino?
«Se devo scegliere, terzino».
Il rapporto con la tifoseria dopo Genoa-Siena è ricucito?
«Sono episodi che possono succedere in una stagione “tragica” come quella dello scorso anno. Io ho sempre detto che un pubblico come il nostro lo hanno in pochi. Dobbiamo solamente cercare di tirare fuori il bello dai nostri tifosi».
Preziosi è davvero disamorato del Genoa?
«A vederlo non si direbbe. Domenica proveremo a regalargli tre punti».
Mica facile contro i primi della classe.
«È tutta la settimana che ci ripetiamo che la Juventus non perde da 41 partite. È bello affrontare una squadra imbattuta. Paradossalmente non abbiamo nulla da perdere».
A Genova ormai hai messo le radici?
«È la prima volta che nella mia carriera sto in una città con la mia famiglia. È ovvio che ciò ti fa vivere la situazione in modo molto più completo. A Genova è nata la mia seconda figlia. Il primo figlio, Matias, è un genoano sfegatato, direi quasi imbarazzante».
In che senso?
«Faccio fatica a non portarlo allo stadio. Conosce l'inno del Genoa a memoria. Lo sa da quando aveva due anni...

».

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