Cronache

L'amarcord di Francioso bomber senza promozioniIeri in visita alla Fondazione Genoa

L'amarcord di Francioso bomber senza promozioniIeri in visita alla Fondazione Genoa

Ce lo ricordavano con i capelli neri e riccioli. L'abbiamo ritrovato brizzolato e con molta meno chioma. Ma Cosimo Francioso, il «corsaro nero» in arte, dopo oltre dieci anni ha riabbracciato Genova e il Genoa. «Gianni ai miei tempi non c'era niente», scherzò l'ex attaccante del Genoa all'ingresso del Museo della Fondazione con il vice presidente Blondet. Invitato per le celebrazioni dei 120 anni, Francioso era davvero emozionato. «Probabilmente ho sbagliato a non tornare prima. Ora lo farò più spesso» ammette mentre viene premiato con una targa con lo statuto della nascita del Grifone. Accompagnato dal figlio Cristiano, mentre visita il Museo torna alla sua avventura sotto la Lanterna. Nella bacheca delle maglie esposte, c'è pure la sua. «Forse solo ora mi rendo conto quando è stato importante giocare qui. Sono stato fortunato ad indossarla ed a fare quello che ho fatto».
Oggi in occasione della gara con il Catania farà il giro di campo. «Già mi sono emozionato quando sono atterrato, figuriamoci quando entrerò al Ferraris». In quattro stagioni 76 gol in 148 gare. Una media che parla da sola. La bellezza di più di una rete ogni due partite, che gli sono valsi il quinto posto assoluto nella graduatoria di tutti i tempi degli attaccanti genoani. Il primo del dopoguerra. «Ma la più bella resta quella al derby su punizione. Non solo per la vittoria, ma perché alla Samp non avevo mai segnato».
In quattro stagioni parecchi allenatori sulla panchina del Grifone. Anche Franco Scoglio. «Con lui ho dei ricordi bellissimi - racconta Francioso - perché quando arrivò a Genova c'era una situazione strana con i tifosi, che riuscì a cambiare sapendo gestire al meglio le circostanze al di fuori del campo ed è stato molto importante per noi giocatori». Non manca una battuta su Delio Rossi. «Sapevo che sarebbe diventato un grande allenatore, perché conosce ed insegna calcio». Capocannoniere della serie B 1999/2000 con 24 gol, della esperienza rossoblù ha un solo rammarico. «Non essere arrivati in Serie A, nonostante ogni anno ci si provasse». Sul Genoa non ha dubbi. «Contro il Catania deve vincere per stare più tranquillo e con la rosa che ha può giocarsela alla pari con tutti». Sugli attaccanti attuali. «Nessuno mi assomiglia, anche se sono tutti forti e decisivi. Immobile potrebbe diventare un grande giocatore». Chiusura con l'approdo al Genoa: «Arrivai il giorno della presentazione. Mi ricordò che era in un teatro (il Genovese ndr) con i tifosi entusiasti dentro e fuori dall'impianto. Capii subito che erano unici».

Entusiasmo e calcio che però non esistono più.

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