Cronache

«L'incubo è finito Ora esaltiamoci con le grandi»

Momenti belli e momenti brutti. Gioie, come la qualificazione in Champions, e dolori, come la retrocessione. È la storia di Daniele Gastaldello e, di riflesso, la storia della Sampdoria. La squadra di Ciro Ferrara è appena uscita da un momento difficile, coinciso ovviamente con le sette sconfitte consecutive, un record nella storia della formazione blucerchiata. Eppure, quando ormai il destino di Ferrara sembra segnato, è arrivata una svolta inaspettata e per questo ancora più bella. Le due vittorie consecutive nel derby e contro il Bologna hanno in qualche modo segnato il cammino della squadra blucerchiata in questo campionato che, come ha detto il tecnico, comunque non rimane privo di ostacoli.
Gastaldello, partiamo dalla vittoria nel derby. Quanto ci credeva la squadra reduce da un periodo decisamente no?
«Ci credevamo tanto, anche se è stata una settimana decisamente particolare. Il derby è arrivato nel momento più giusto perché ha rappresentato la svolta. Soprattutto è cambiato l'approccio, da Palermo al Genoa sembrava che in campo ci fosse un'altra squadra»
È il successo più bello in un derby, rispetto a quelli ottenuti negli anni di Pazzini e Cassano oppure il livello di tre anni fa era più alto?
«Il livello di tre anni fa era decisamente più alto. Noi ci giocavamo la Champions, il Genoa era un'ottima squadra. Però quello di quest'anno non è stato un derby dei poveri, perché siamo sempre due realtà importanti d'Italia. Poi il derby è sempre il derby: la settimana è stata molto tesa, abbiamo speso tante energie mentali. Arrivavamo da sette sconfitte consecutive e pensavamo “se perdiamo anche questa è l'ottava”. Uscire sconfitti sarebbe stata la cosa peggiore in assoluto. Più che una tensione alla fine si è rivelata una carica, abbiamo messo qualcosa in più. Dovevamo cambiare registro e ci siamo riusciti»
Ferrara ha detto: «Era più difficile battere il Bologna del Genoa». Aveva ragione?
«Aveva ragione perché gare come il derby si caricano da sole. Un giocatore avverte la tensione e il clima. La gara con il Bologna invece arrivava da un settimana di elogi e qualcuno poteva pensare che la crisi fosse superata. Io per primo non avevo le stesse energie della partita con il Genoa perché emotivamente non è facile, siamo stati bravi ad avere anche pazienza quando il Bologna è rimasto in dieci e il gol non arrivava»
Quali differenze ci sono state nelle sette sconfitte subite dalla Sampdoria?
«Noi siamo partiti benissimo, correvamo e ci divertivamo. Dopo Napoli e dopo il Chievo, gara decisamente sfortunata, abbiamo avuto involontariamente paura. Partita dopo partita aumentava il panico, era un crescendo di sfiducia. Adesso dobbiamo far tesoro di quello che è accaduto, molti di noi sono cresciuti. Ci guardavamo nello spogliatoio e uno chiedeva all'altro: “Ma tu sette sconfitte di fila le hai mai fatte?” Beh, tutti hanno risposto di no».
Contro il Bologna, dopo 12 partite, la difesa non ha preso gol.
«In tante gare c'è stata anche sfortuna. Mi viene in mente Napoli. Se non gli davano quel rigore non avrebbero mai fatto gol»
La Samp è attesa da un ciclo di ferro. Dopo Firenze, ci sarà l'Udinese, poi il Catania al Massimino, infine la Lazio in casa e si chiude a Torino con la Juventus.
«Abbiamo partite difficili, però questa squadra riesce ad esprimersi meglio contro le big, vedi la gara contro il Milan, ma anche il primo tempo con l'Inter. Quando c'è un avversario difficile tutti diamo il massimo. Non stiamo a guardare la fine del girone d'andata ma partita dopo partita»
Girare a 20 punti basterà?
«Possono bastare ma anche no e il campionato di due anni fa lo dimostra. Adesso pensiamo solo a fare una grande prestazione, senza paura come accaduto a Palermo dove siamo stati nulli. Solo così potremo portare a casa un risultato positivo. La posizione di classifica è migliorata e ora non dobbiamo fare calcoli»
Restiamo alla Fiorentina, allora.
«Stiamo analizzando la squadra in questi giorni e mi ha impressionato il gioco del collettivo, Jovetic è un fenomeno ma anche i giocatori così importanti si stanno mettendo a disposizione. Sarà una partita di sacrificio e sappiamo di dover scendere in campo con la giusta mentalità.

Ho giocato con Montella il primo anno di Mazzarri alla Samp e oltre ad un ottimo giocatore si sta rivelando un grande allenatore».

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