Cronache

Un museo nato quasi trent'anni fa che racconta usi e costumi dal mondoSono di filigrana anche oggetti di uso comune

Il Museo della filigrana di Campo Ligure nasce nel 1984 su proposta della Pubblica amministrazione e con il rilevante contributo del commendatore Pietro Carlo Bosio, conoscitore ed esperto collezionista di questi gioielli. Tutti i lavorati esposti nel museo sono raccolti secondo le aree geografiche di provenienza, per evidenziare le varie scuole di lavorazione.
La filigrana italiana è rappresentata da Cortina d'Ampezzo, Firenze, Genova e Venezia. «Nella sequenza di preziosi costruiti nel genovesato - racconta Giulio Goslino, esperto filigranista - si può ammirare una sontuosa voliera, costruita nel fine '700 inizio '800, nota per la sua elegante, leggerezza e la perfezione di ogni particolare. È stata costruita, pare, da un carcerato, che si è ingegnato nel costruire ogni particolare con le proprie mani. Con le cesoie, ha tagliato lamierini e poi ridotti a fili». Nelle varie stanze del museo si possono ammirare opere di artisti cinesi che hanno creato disegni in stile filigrana utilizzando un filo d'argento tondo e sottile quanto un capello umano ed abbinato questi gioielli con materiali quali l'avorio, la tartaruga o i gusci di noce. La filigrana russa e quella nepalese si distinguono, invece, per abbinamento a smalti, curando, con particolare attenzione, i colori e i contrasti dell'insieme del gioiello.

L'arte indiana si riconosce invece per la varietà di oggetti legata agli usi e costumi delle località della regione, le forme in arabesco presentano un'infinità di oggetti sotto diverse forme, ma tutte sono composte con sottilissimi fili d'oro o d'argento.

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