Cronache

Passadore, una storia di tenacia e passione lunga 125 anni

(...). Eccola la storia della Banca Passadore, raccolta e raccontata in un volume appena uscito dalle stampe con un titolo tutto in cifre - come vuole il linguaggio di un istituto bancario - che dice «1888/2013 - 125 anni» e accanto il logo della Banca Passadore & C. Centoventicinque anni di una storia - si legge nelle prime pagine del libro firmate da Augusto e Francesco Passadore rispettivamente presidente e amministratore delegato - fatta «di tenacia e di passione che ha portato la Banca ad affermarsi come modello di efficienza e di professionalità» e con la volontà oggi di «proseguire lungo il cammino che in tanti anni è stato tracciato, confidando che la memoria del passato e l'impegno del presente costituiscano la migliore garanzia di successo anche per il futuro».
E allora, partiamo dall'inizio. Dalle origini, da quando nel 1888 Luigi Passadore, unico figlio maschio di una famiglia originaria di Vaccarezza, piccolo paese alle spalle di Genova, dopo un'esperienza in un ufficio bancario di proprietà svizzera, decide di mettersi in proprio e di fondare con un socio la Banca. C'è l'atto di procura a Luigi Passadore, la prima pagina dello scherario dei clienti alla lettera A, penna e tagliacarte con la scritta “Gigi”. Poi lo studio originale del logo della Banca nei primi del '900 e il passaporto di Luigi per i suoi viaggi negli Stati Uniti. È proprio grazie al suo peregrinare da una città americana all'altra che Luigi acquista una partecipazione nella fabbrica dei sigari «De Nobili» di Long Island (New York) che poi qualche anno dopo, rivenderà con discreto profitto. Così come efficace si rivela anche la rete di corrispondenti nelle Americhe che consente alla banca di gestire le rimesse degli emigranti ai loro parenti rimasti in Italia. Una curiosità tra le pagine del libro: ai primi del Novecento tutte le pratiche contabili venivano scritte a mano. Luigi venne colpito dal «callo dello scrivano» e si aggravò fino ad impedirgli di scrivere e costringerlo a firmare i documenti con una grossa penna di sughero.
Gli anni scorrono tra le pagine del volume e dopo aver scoperto che anche la moglie e le figlie di Luigi Passadore contribuirono ai lavori d'ufficio, come ad esempio la figlia Emma che creò il disegno usato per assegni della Banca, si arriva al 1926, anno della morte di Luigi e alla fase successiva con il subentro dei figli Alfredo, Augusto e Ugo che fecero uscire indenne l'istituto dalla crisi del '29. Dal 1930 al 1960 sono anni in cui la Banca si sviluppa a Genova: gli uffici si spostano in via Garibaldi, a Palazzo Cattaneo Adorno e la clientela cresce esponenzialmente. Arriva la guerra e le famiglie Passadore sono costrette a sfollare nell'entroterra genovese. Alfredo fa il pendolare in treno, spesso anche su un carro bestiame, tra Genova e Busalla e dopo che il caveau di una banca a Genova viene colpito da una bomba, preferisce portare con sé i titoli di Stato in una borsa. Dopo la guerra, tocca alla terza generazione dei Passadore prendere le redini della banca. L'istituto ormai è talmente radicato ed avviato da avere anche una propria squadra di calcio. Sono gli anni del boom economico, gli anni 50-60 e i fratelli Passadore decidono di far entrare nel capitale della banca anche due importanti soci del settore assicurativo e finanziario. L'istituto continua ad avere ottimi risultati e nei primi anni 60 si avvia il cantiere per la nuova sede in via Vernazza che verrà inaugurata nel 1965 alla presenza del ministro degli interni Paolo Emilio Taviani e del cardinale arcivescovo Giuseppe Siri. La Passadore è tra le prime banche a lanciare nuove soluzioni tecnologiche, come il «drive in», l'autosportello integrato con il parcheggio sotterraneo. Dal 1980 al 1988 diventa sempre più decisivo e predominante il ruolo di Agostino Passadore, figlio di Augusto, che lascerà alla sua scomparsa nel 2011, un segno indelebile alla Banca. Dal 1988 in poi, con la liberalizzazione dell'apertura degli sportelli bancari, la Passadore cresce e si espande sul territorio con filiali in 14 città e sei regioni. Siamo all'ultima parte del volume dopo oltre alla strategia d'impresa della banca, viene spiegata anche quella dell'immagine delle varie filiali, la descrizione degli arredi degli uffici, la comunicazione. Fino ad arrivare ad oggi, al 2013.

Con 125 anni di storia alle spalle.

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