Cronache

A Pegli rivolta dei duri del tifo che insultano Enrico Preziosi

Prima le voci relative alla cessione del Genoa a un gruppo straniero riconducibile a Kaladze smentite dalla società rossoblù, poi la contestazione di una parte della tifoseria a Enrico Preziosi durante l'amichevole del Genoa contro gli Allievi Nazionali. In mezzo la presentazione del nuovo direttore sportivo Rino Foschi passata quasi in secondo piano. Cronaca di un giorno infinito. Un giorno da Genoa. Alle 11.30 la società rossoblù ha smentito, con un comunicato stampa, le notizie relative alla possibile cessione del club a un gruppo straniero facente capo all'ex giocatore rossoblù Kaladze. «In relazione alla (non) notizia pubblicata in data odierna su organi di stampa locali e destituita di ogni fondamento, il Genoa Cfc smentisce qualunque manifestazione d'interesse da parte di un gruppo straniero, riconducibile all'ex calciatore Kakhaber Kaladze, ai fini di una presunta acquisizione. Lo stesso attuale Ministro dell'Energia del Governo georgiano, Kakhaber Kaladze, desidera fermamente precisare di non aver accarezzato alcuna idea al riguardo, a titolo personale o per conto di soggetti terzi, fermo restando il grande affetto che nutre nei riguardi della Proprietà, della Società e di tutta la Comunità Genoana». Se c'è stato un interesse da parte di un gruppo straniero facente capo a Kaladze ad acquistare la società rossoblù, quello risale a qualche mese fa quando il giocatore georgiano non era ancora diventato Ministro dell'Energia nel suo Paese.
Insomma, il Genoa non è in vendita e alla porta di Preziosi non ha (ancora) bussato nessuno. Come ha ricordato ieri mattina l'amministratore delegato rossoblù Alessandro Zarbano, durante la presentazione di Rino Foschi: «Alla mia porta non ha bussato nessuno e non mi risulta che qualcuno abbia bussato alla porta di Preziosi. - ha detto Zarbano -. E nessuno mi ha chiesto di leggere i conti del Genoa». Alle 12.30 Foschi si è presentato alla stampa: «Questo è un momento particolare. Negli ultimi anni il Genoa aveva abituato bene, a parte il finale della scorsa stagione. L'anno scorso è successo qualcosa di extra calcistico che ha turbato l'ambiente, ma c'è tutto il tempo per recuperare e riportare il Genoa in alto. La classifica non è un dramma», sono state le prime parole di Foschi. Che poi ha svelato un aneddoto: «Prima di andare a Palermo, volevo che Zamparini comprasse il Genoa. Il club rossoblù è sempre stato il mio pallino. Quando sono venuto qui nel 2008, dopo l'esperienza di Palermo, non avevo lo stato d'animo giusto per ripartire. Ho affrettato i tempi. Non ci ho fatto una bella figura anche se mi sono comportato in modo onesto. Non ero pronto per motivi personali. Infatti non depositammo neanche il contratto. Ora sono tornato». Giusto in tempo per assistere all'amichevole del Genoa contro gli Allievi Nazionali e alla contestazione di un gruppo di tifosi tra cui quelli di «Via Armenia 5 r» a Enrico Preziosi. Alle 15 la squadra è entrata in campo e sono partiti i primi cori contro il patron: «Noi non siamo giochi Preziosi». «Sempre col Genoa, mai con Preziosi».
Sugli spalti del Signorini è comparso uno striscione rosso su sfondo blu: «Forza ragazzi sempre al vostro fianco. Preziosi game over vaff...infame». Alla fine dell'amichevole vinta dal Genoa 6-0 (gol di Melazzi, Immobile, doppietta per Bovo e Said) la tifoseria ha invitato la squadra sotto la curva chiedendo la vittoria nel derby. Brutte notizie per Anselmo uscito per un risentimento a un polpaccio. Preziosi ha ricevuto una stoccata anche dal suo ex allenatore De Canio: «Cosa succede al Genoa? Manco da un po' di tempo. Quello che posso dire è che Preziosi ha voluto realizzare un progetto che aveva già in mente prima dell'inizio del campionato: avere Delneri come allenatore». Critiche a Preziosi anche dall'Associazione ligure dei giornalisti: «Il presidente del Genoa non si smentisce: o con lui o contro di lui.

È accaduto nuovamente ieri sera durante la trasmissione sportiva di Telenord nel corso della quale il patron ha imposto di poter continuare a parlare, facendo sospendere la messa in onda della pubblicità».

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