Cronache

In Provincia patto bipartisan per salvare gli ospedali

Dopo i diecimila cuori scesi in piazza l'altra sera ad Albenga, palpitanti sotto la stessa bandiera, ovvero la difesa dell'ospedale di Santa Maria di Misericordia minacciato dalla scure della Regione, è arrivato in consiglio provinciale di Savona un ordine del giorno relativo all'ipotesi di declassamento dei pronto soccorso di Albenga e di Cairo Montenotte.
Un documento portato in aula da Teresiano De Franceschi, Pdl, e da Stefano Mai della Lega Nord. È stata proprio la camicia verde a riscaldare immediatamente l'atmosfera: «Difenderemo fino alla fine i nostri servizi, per questo chiediamo alla giunta di opporsi al piano voluto dalla Regione. Bisogna ridiscutere i tagli. L'ospedale di Albenga è gia stato scippato dei reparti di ortopedia e ginecologia, ma nonostante questo, con il suo pronto soccorso, garantisce 30 mila interventi l'anno. Ho sentito con le mie orecchie Burlando affermare che quattro ospedali sul nostro territorio, sono troppi. Cosa ha intenzione di fare? Vuole depotenziare Albenga, puntando sulla struttura di Pietra Ligure, che comunque richiederebbe pesanti interventi economici per essere rinnovata? Tutto ciò non ha senso».
Il leghista non ha risparmiato critiche anche ai consiglieri di centro sinistra presenti in aula: «Avevate detto che avreste portato l'assessore Claudio Montaldo, al più presto, qui in consiglio per dare spiegazioni. Ma vi ha dato il due di picche». Il Pd ha detto «no» al documento proposto, presentando un ordine del giorno alternativo: «Chiediamo di mettere da parte i localismi - ha ribattuto Marco Russo - per ridiscutere con la Regione, in modo organico, la locazione delle strutture sanitarie, tenendo sempre conto del pesante periodo di crisi. Montaldo? Si è detto disponibile, non mi risulta che abbia rifiutato il nostro invito». Dopo la guerra, però, è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, la pace: si è votato all'unanimità un documento di sintesi fra i due ordini del giorno. «L'unione fa la forza.

Montaldo, se verrà, non dirà nulla», qè l'happy end di Mauro Demichelis del Pdl.

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