Cronache

Risate amare su dittatura e corruzione

Risate amare su dittatura e corruzione

Archivolto e Stabile ancora una volta insieme per una co-produzione interessante che porta in scena un classico del teatro argentino contemporaneo, La nonna di Roberto Cossa. «Nelle nostre vene scorre lo stesso sangue - dice Carlo Repetti parlando dell'Archivolto - le nostre idee di teatro sono diverse, ma hanno radici comuni. E su queste basi noi dello Stabile, un po' più “forti” in questo momento difficile, vogliamo essere d'aiuto all'Archivolto». Pina Rando aggiunge che questa collaborazione riuscitissima già lo scorsa stagione, fa sì che si riescano a muovere due pubblici diversi cosa che può fare solo bene al teatro.
Ma veniamo alla commedia in programma al Duse dal 27 febbraio fino al 24 marzo. Il testo di Cossa datato 1977 è una tragicommedia, costruita in modo da portare lo spettatore a ridere dall'inizio alla fine, ma la risata è amara. «All'interno de La nonna c'è una forte simbologia che racconta celatamente, per esigenze di censura, la crisi e la recessione presenti in quegli anni in un'Argentina oppressa dalla dittatura - spiega il regista Giorgio Gallione -. La nonna è una figura totemica, un personaggio tanto forte da non trovare mezzi per combatterla. Un personaggio che nelle edizioni passate è sempre stato interpretato da un uomo e che invece questa volta sarà sostenuto da Simona Guarino assolutamente indicata per rappresentare la schizofrenia tra tragedia e commedia». La storia è quella di una donna di 104 anni che mangia senza sosta e implacabilmente divora anche tutta la propria famiglia. In lei si rispecchiano tutti i mali di una società corrotta e la crisi economica che a cavallo tra gli anni '70 e '80 aveva messo in ginocchio tutta l'Argentina. La bulimia della nonna fa sì che tutti i personaggi muoiano progressivamente o si ammalino gravemente.
«Si va ad un'ecatombe della società sull'orlo del baratro - continua Gallione -, una risata amara e dolorosa in cui termini come disoccupazione, crisi, disagio risuonano in un discorso diretto ed esplicito a cui abbiamo aggiunto qualche parola». Alcuni degli attori sono quelli che hanno preso parte a Ciò che vide il maggiordomo di Orton l'aprile scorso, Ugo Dighero, Mauro Pirovano, Mariagrazia Pompei con l'aggiunta di Simona Guarino, Enzo Paci, Rosanna Naddeo e Barbara Moselli. «Sono incazzato perché oggi siamo di fronte ad una catastrofe mondiale, ma vedo ben poche persone consapevoli di questo - dice l'attore Dighero -. Questo spettacolo mi dà l'opportunità di segnalare la cosa: non ne usciremo vivi.

Speriamo che qualcuno lo percepisca».

Commenti