Cronache

Lo scrittore scomodo «rimosso» dai conformisti

Lo scrittore scomodo «rimosso» dai conformisti

Avevano promesso e hanno mantenuto: sono i tanti amici di Alessandro Massobrio, uomo di cultura, scrittore, apprezzato critico letterario del Giornale, che a cinque anni della scomparsa verrà ricordato in un incontro pubblico in programma giovedì, alle 17 e 30, nella sala convegni del Ristorante Piedigrotta di piazza Savonarola. Sul tema, «Alessandro Massobrio, un protagonista genovese della Cultura di Destra», parleranno il professor Piero Vassallo, giornalista e scrittore, il vicecoordinatore metropolitano del Pdl Gianni Plinio, il senatore del Pdl Giorgio Bornacin, e il caporedattore del Giornale Massimiliano Lussana cui è affidato anche il compito di moderare il dibattito.
Era stato proprio Lussana, su queste pagine, a sollecitare un ricordo di Massobrio che la città pareva aver dimenticato: «A Genova c’è un sacco di gente che si riempie la bocca della parola “cultura“ - scriveva, fra l’altro, il caporedattore del Giornale -. Eppure, nonostante tanto sforzo nella scelta degli uomini che si occupano di tutto questo, nei giorni scorsi c’è stato un anniversario passato completamente in sordina, ed è stato quello dei cinque anni dalla morte di Massobrio».
«Vero, verissimo - gli aveva subito replicato Plinio -. Abbiamo lasciato passare l’anniversario, quasi avessimo voluto, in qualche modo, rimuovere un dolore inaccettabile, per noi che l’abbiamo avuto Amico. Ma non ci siamo dimenticati di lui, questo è certo - aveva aggiunto anche l’ex assessore regionale -. Tanto che, entro poche settimane, organizzeremo un convegno su di lui, sulla sua limpida figura di docente, scrittore, uomo di grande e vera cultura, ed anche persona buona e onesta e apprezzata da tutti».
Detto fatto: in un amen, il convegno è stato programmato e allestito, con il concorso dei «suoi Amici veri». Come Bornacin, che definisce «giustissima la proposta di Lussana. Se le istituzioni culturali non vogliono ricordare Massobrio, ci pensiamo noi a farlo». A quel punto, si sono associati in tanti. Fra i primi, lo scrittore Antonio Caron, noto autore di romanzi gialli editi da Fratelli Frilli, con al centro il maresciallo dei carabinieri Sebastiano Vitale: «Grazie per aver ricordato Massobrio anche a nome di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e apprezzarne la personalità intellettuale scevra da compromessi, e i meriti di un uomo schivo ma non per questo indifferente al contesto politico-sociale». Ma Caron era stato anche tagliente nello spiegare le ragioni del silenzio delle cosiddette «autorità ufficiali»: «Perché meravigliarsi? Massobrio non era neanche un po’ comunista. Che ci possiamo aspettare da una città come Genova...».
Considerazioni lusinghiere, infine, erano giunte da Dionisio di Francescantonio («Caro Massimiliano, ti ringrazio per aver ricordato l'amico carissimo Alessandro Massobrio e di averci fustigati tutti per aver colpevolmente lasciato passare il quinto anniversario della sua scomparsa senza dedicargli una testimonianza di stima e d'affetto») e da Rita Parodi Pizzorno e il marito: «Massobrio era una persona meravigliosa - hanno ribadito -. Non va dimenticato».
È ancora Lussana a sottolineare: «Ecco, cinque anni dopo, credo che, per ricordare Alessandro, basti il suo sorriso dolce e un po’ sghembo, quasi ingenuo, la sua bontà che traspariva dagli occhi e dal tono, la sua severità nel pensiero sempre abbinata ad una duttilità assoluta della bonomia. Lo sanno bene, ovviamente, la sua adorata mamma, la sua sorella suora, Laura, i suoi tre ragazzi che non hanno mai smesso un secondo di amarlo per quello che era: un uomo buono.

Alessandro era proprio questo».

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