Cronache

Sinistra moderna a giorni alterni

Sinistra moderna a giorni alterni

(...) qualcosa da settimana enigmistica, è la partita della vita per la nostra città e per la nostra regione.
La storia è quella che vi ha raccontato da par suo ieri la nostra Giulia Guerri. Una storia surreale: cioè che la Regione Liguria, su carta intestata, per bocca dell'assessore al Lavoro Enrico Vesco, ha dato «solidarietà ai lavoratori del Muggiano in sciopero» per una protesta sindacale ritenuta pretestuosa non dal padrone cattivo e oppressore, ma addirittura dai duri del sindacato dei metalmeccanici Cgil, la Fiom, che - per bocca del segretario comprensoriale del Tigullio Sergio Ghio - hanno bollato la vicenda come «una tempesta in un bicchier d'acqua».
Cosa succedeva? La protesta era relativa al trasferimento dell'ufficio tecnico di produzione dal cantiere spezzino del Muggiano a quello di Riva Trigoso, che dista poche decine di chilometri. Il problema è che quel trasferimento è possibile proprio perchè - in base agli accordi sindacali - il cantiere di Sestri Levante (Riva) e quello della Spezia (Muggiano) sono così vicini fra loro e hanno compiti così strettamente connessi da considerarsi “cantiere integrato“. E così come è stata spostata da Riva al Muggiano la gestione del magazzino, al contrario la progettazione ha fatto il percorso inverso. E, a questo punto, il sindacalista della Fiom fa un discorso degno di un liberale puro: «La lotta va fatta non per le integrazioni aziendali, ma per i carichi di lavoro, perchè se non saranno finanziate le fregate europee multifunzione, allora saranno dolori».
Ma, a questo punto, come abbiamo spiegato ieri, c'è un problema reale: come è possibile che un assessore della Regione, della giunta di Claudio Burlando - uno che ha avuto la forza e il coraggio di fare il convegno «Felici di crescere» a cui partecipava proprio anche Fincantieri - superi la Fiom a sinistra e senza conoscere i patti aziendali? Non si può fare il gioco delle tre carte ed essere riformisti e filo-crescita il lunedì e poi rifugiarsi nel sindacalese più estremo il martedì. Non si può essere una sinistra moderna a giorni alterni. Perchè, se è così, è ancor più grave. È come quei ragazzi a scuola che «possono dare ma non si applicano».
Tutto questo, fra l'altro, accade mentre l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, uno attaccato spesso a Genova (roba che impreziosisce ulteriormente il suo curriculum), uno che fa respirare aria di Enrico Mattei al Paese e alle Partecipazioni Statali, incontra privatamente la principessa Kate Middleton alla sua ultima apparizione pubblica prima della nascita dell'erede al trono inglese.
Ora, a parte il fatto che avrei pagato di tasca mia per vedere Bono e Kate insieme nell'incontro privato, perchè non saprei immaginare due personaggi più diversi, ma allo stesso modo entrambi positivi - una regina sorridente ed elegantissima, anche col pancione, ed un manager che viene dal popolo e che ha una delle sue forze proprio nel non aver mai rinnegato quella provenienza e nell'aver mantenuto il peperoncino dialettico come base del suo carattere -, quell'incontro è l'ennesimo suggello su un'eccellenza italiana, che l'amministratore delegato di Princess Cruises Alan Bucklew ha sottolineato ringraziando Fincantieri per la più grande nave da crociera mai realizzata in Italia, costata circa 600 milioni di euro e capace di portare 5600 passeggeri.
Il numero uno della compagnia, mangiandosi con gli occhi la nuova ammiraglia Royal Princess, ha ringraziato pubblicamente Fincantieri per la «straordinaria realizzazione e per il design della nave». Il resto, l'hanno fatto tutti gli astanti mangiandosi con gli occhi la meravigliosa duchessa di Cambridge, madrina al porto di Southampton, che indossava il suo solito straordinario sorriso, un cappellino con piume e un vestito maculato che la rendeva ancor più bella. Insomma, per Fincantieri un vero trionfo.
Tutto questo accadeva mentre in Liguria l'assessore regionale al Lavoro solidarizzava con uno sciopero sbagliato contro una delle maggiori, se non la maggiore, aziende della Regione. Non serve aggiungere altro.

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