Cronache

Situazione fuori controllo La sala rossa come un'arena

(...) arrabbiati neri. Tuttavia, quelli più incavolati sono i rossi del popolo di Marco Doria, che l'anno scorso hanno votato il primo cittadino-marchese più attento agli ultimi: «No Tav, No Tav, No Tav, questo treno porta morte, porta mafia e non si fa».
«Per il futuro di Genova - dice il sindaco - sono indispensabili collegamenti infrastrutturali adeguati e moderni al ventunesimo secolo come il Terzo Valico. C'è la necessità di potenziare i valichi ferroviari pensati nell'Ottocento. È in gioco la prospettiva delle grandi aree urbane europee. Genova è in una fase di ripiegamento da tempo. Per la prospettiva del porto, della cultura, del terziario avanzato, il Terzo Valico è un'opera da fare e difendere».
«Marco Doria mi fa ridacchiare - dice il capogruppo Pdl Lilli Lauro - perché Sel a Roma ha votato contro i finanziamenti per il secondo lotto dell'opera. Il suo capogruppo Enrico Pignone, poi, adesso si è messo a fare il democristiano perché da un lato sostiene il sindaco e dall'altro fa vedere che non vuole le grandi opere per non essere fischiato e contestato dal popolo che ha votato il sindaco. In realtà, la giunta di centrosinistra è incongruente nelle sue scelte e priorità politiche. Inoltre, non si capisce perchè Nichi Vendola dice sì alla Tav Bari-Napoli per lo sviluppo del porto di Taranto e poi vota no per i finanziamenti al Terzo Valico che porterebbero sviluppo al porto di Genova».
«Non è vero che sono democristiano - replica Pignone - ma occorre mettere da parte la mitizzazione acritica delle grandi opere per tornare a ragionare del beneficio collettivo. Il progetto del Terzo Valico deve essere approfondito, presenta tante lacune e perciò abbiamo chiesto di istituire un tavolo tecnico per approfondire ogni aspetto. Allo stesso tempo, con i finanziamenti che il governo Letta stanzierà, dobbiamo pensare a quali opere immediate possiamo in effetti avviare per lo sviluppo del porto e della città».
Dai NoTav al pesto ai lavoratori comunali e delle cooperative. Ieri in molti hanno criticato e contestato la giunta di centrosinistra.
«Alcuni manifestanti - spiega Lauro - hanno parlato di brutti consigli dati da una banda del tailleur. Come donna difendo le donne, ma in questo caso forse si può comprendere la rabbia dei lavoratori, che non sono stati neanche ricevuti dagli assessori e uffici competenti».
«I lavoratori comunali e quelli delle cooperative sociali - dice il consigliere Pdl Steano Balleari - si sono lamentati perché gli assessori che avrebbero dovuto occuparsi dei loro problemi, non li hanno neanche considerati. Infatti, taluni dirigenti e gli assessori part-time Paola Dameri e Isabella Lanzone non li hanno ancora ricevuti. Si tratta di centinaia di persone e di famiglie genovesi, che non vedono uno sbocco per il futuro. In una città come Genova un assessore alle Politiche sociali e uno per il Personale, non possono svolgere la loro attività part-time.

Se hanno altri interessi, che si dimettano immediatamente».

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