Cronache

«Tasse e burocrazia, a Genova difficile gestire un'impresa»

«Mancano i soldi, le banche non fanno credito, le tasse sono alte e uccidono i consumi, la burocrazia ci soffoca». «Concordo perfettamente con quanto ha detto la mia collega». Saranno anche frasi sentite e risentite: d'altronde, cosa possono raccontare due giovani imprenditrici invitate dalla Camera di commercio a raccontare al pubblico la propria esperienza? Così Sarah Zotti, presidente dei giovani costruttori edili genovesi, e Ilaria Natoli, titolare dell'omonima gioielleria di via Venti Settembre, consigliera Ascom, dal tavolo dei relatori della «Giornata dell'economia» promossa da Unioncamere hanno lanciato il loro grido d'allarme. «L'Imu va completamente ripensata - ha esordito Sarah Zotti - perché è inaccettabile pensare di pagare una tassa sugli immobili invenduti. È come se la Fiat dovesse pagare il bollo sulle auto che sono ancora nelle concessionarie». E di case invendute, come si sa, ce ne sono ancora molte: «Non che manchi il desiderio da parte della gente di acquistare l'appartamento: sono le banche che non concedono più mutui». Fa eco Ilaria Natoli: «Tasse alte e una burocrazia spaventosa: mantenere in vita un'attività commerciale a Genova è difficile, ma è possibile grazie alle risorse turistiche della città. Peccato che queste non siano valorizzate. Occorre che la città sia pulita e sicura, caratteristiche che al momento mancano. Il rischio è che i commercianti genovesi cerchino sfogo altrove».
Fortunatamente non tutti i settori sono così in sofferenza: a fare da contraltare, il racconto del terzo giovane ospite: l'ingegner Emanuele Guglielmino è un esempio di come un genovese possa sfruttare al meglio le poche opportunità che la città offre. Dopo anni di esperienza all'estero, eccolo tornare in città per guidare un team di ricerca all'Istituto italiano di Tecnologia, a Morego: «Stiamo approntando un modello di mini-turbina per generare energia elettrica in qualunque punto dove scorra acqua, anche nei tubi più piccoli». Così, quasi con modestia, riferisce di un progetto che potrebbe rivoluzionare il mondo dell'energia.
L'incontro, nella sede di via Garibaldi, è stato organizzato dalla Camera di commercio per fare il punto sull'imprenditoria under 35 nella provincia di Genova. I dati presentati dal segretario generale Maurizio Caviglia parlano di 7mila partite Iva riferibili a giovani titolari, il 9,6 per cento del totale. Quasi tutte (82 su 100) sono ditte individuali. Ma l'imprenditoria giovanile non è un bene, secondo Caviglia, se non accompagnata da adeguata formazione: «Il bamboccione che improvvisa un'azienda perché all'università le cose vanno male è un danno. Per essere imprenditori occorre cultura».

E, magari, un certo ammorbidimento di fisco e burocrazia.

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