Cronache

«Torno alla Samp ma come giocatore»

Toh! Chi si rivide a Genova. Espressione più azzeccata non potrebbe esserci per il ritorno sotto la Lanterna di «Goal machine» Gianluca Vialli. Un idolo per i ragazzi, ora padri, e per i genitori, ora nonni. Pure per quelli che ne hanno solo sentito parlare. Uno di quelli che con la casacca blucerchiata ha raggiunto i traguardi più alti della storia sampdoriana. Mancava dalla partita dell'addio al calcio di Mancini. E ci ritorna nuovamente con le scarpe chiodate. Prima dei piedi però ha voluto metterci la faccia. Visto che con la sua Fondazione Vialli e Mauro hanno organizzato un derby (lunedì 27 maggio al «Ferraris») tra i giocatori della Sampdoria dello scudetto e quelli del Genoa del quarto posto, per raccogliere fondi per favorire la cura della Sla.
Allora Vialli che sensazioni si prova a ritornare a Genova e a rindossare la casacca della Samp?
«È una prospettiva che mi eccita molto. D'altronde il derby è sempre il derby e bisogna vincerlo. Sono molto contento di ritornare a giocare al Ferraris, dove spero di portare le mie bimbe che potranno così vedere un luogo importante per il loro papà»
Come hai visto la Samp quest'anno?
«Una stagione non facile perché dopo il ritorno dalla serie B c'è sempre un periodo di adattamento, però il fatto che sia fuori dalla lotta per la zona retrocessione sia già un ottimo risultato. E devo dire che gioca un buon calcio»
Prima la famiglia Mantovani ora quella Garrone. Quasi un unico filo conduttore. Non crede?
«Certo. Ai tempi del presidente Paolo Mantovani, che è stato un grande uomo e un padre putativo per moltissimi di noi, la famiglia Garrone ero un formidabile sponsor e quindi oggi ritrovarla al timone della società mi sembra un passaggio naturale, segno di continuità e di grande amore che entrambe le famiglie hanno per la Samp»
Tornerai in un futuro alla Samp?
«Sono legato a questa società ed esiste un affetto reciproco. Va bene così»
Magari da allenatore?
«Ho smesso perché non mi piace il Vialli tecnico»
Icardi fa bene ad andar subito via?
«Ci sono delle offerte che le società non possono rifiutare, anche se conta la volontà del giocatore. Comunque chi decide di restare alla Samp non fa mai una brutta scelta, ma sono discorsi personali»
Tornado al passato. Qual è il pensiero più sovente degli anni doriani?
«Wembley. Che rimane un ricordo bello, però per quattro anni mi sono svegliato la notte sperando di poterla ancora giocare»
Mai pentito di aver lasciato Genova?
«Soprattutto nel primo periodo che alla Juve non fu facilissimo. Tanto che chiesi di essere ceduto e di poter ritornare. Non se ne fece nulla anche per volere di Paolo Mantovani»
Prima di tornare al derby, hai visto il progetto del nuovo stadio?
«Ho letto. Mi è sembrato bello. Mi auguro che ci sia un gioco di squadra perché come ha dimostrato la Juve aver stadi nuovi e funzionali non aiuta solo la società, ma pure la città».
Chiudiamo con il derby. Quali le principali caratteristiche?
«Si affronteranno le due compagni della stagione 1990/91, anche se per via dell'età ci saranno due novità. I tempi dureranno mezz'ora ciascuno e le rose saranno più allargate. Con elementi però over 45.

Altrimenti il Genoa chiamava Marco Nappi e vinceva la partita da solo».
E giù una risata…

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