Cronache

Turisti nell'occhio del «Conta passi»

Come identificare il numero dei frequentatori del centro urbano in coincidenza di particolari eventi o periodi festivi? E ancora, come monitorare costantemente l'andamento di un'area turistica o commerciale? A rispondere sarà il nuovo «Conta passi» o più semplicemente il «Misura passi» che verrà installato tra meno di un mese in via San Vincenzo. Una vera e propria rilevazione costante (h24) dei flussi pedonali in entrambe le direzioni per capire quante volte si scende e si sale nella via dello shopping cittadino. Un sistema di semplice attuazione che non richiede permessi in termini di privacy, infatti il sistema filma, ma non registra e le immagini dunque non verranno trattenute.
È l'ultima novità emersa alla seconda edizione di Marketing Lab: «I Civ come laboratorio urbano di eccellenza», iniziativa di Indis - Istituto Nazionale Distribuzione e Servizi di Unioncamere - che si è svolta ieri nel Palazzo della Borsa, nata in collaborazione con la Camera di Commercio di Genova e con il supporto del Centro Ligure Produttività e di Iscom Group. E tra le esperienze positive di marketing territoriale presentate assieme agli eventi promozionali per San Valentino dei Civ XX Settembre e Sestiere Carlo Felice con vetrine a tema, esibizioni di tango e Milonga e bacio collettivo sotto il Ponte Monumentale (il «Flash Mob di tutti gli innamorati»), la tecnologia del «Conta passi» ha fatto il suo ingresso come servizio pubblico. La giornata dedicata ai Centri Integrati di Via (Civ) è diventata così l'occasione per la presentazione dell'accordo tra Iscomgroup e Sringboard, che tradotto vuol dire: monitoraggio degli spazi pubblici.
«Lieti di ospitare questa seconda edizione di Marketing Lab - ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Genova Paolo Odone - dove la qualità urbana e la vivibilità delle grandi città diventano momenti di confronto. I Civ sono un'invenzione genovese nata intorno agli anni 85-87 per risponde all'esigenza di rafforzare la bellezza del nostro centri storico. Questo vuol dire innanzitutto rivalorizzazione, ma anche maggiore frequentazioni di zone non più all'altezza e rilancio in termini di sicurezza. In Liguria i Civ sono più di cento e continuano a crescere». È emerso un modo nuovo di stare assieme dove gli operatori commerciali creano ricette di intervento per salvare i centri commerciali naturali. «Un modo per combattere questo "freddo terribile" - aggiunge Odone -. Intendo il "freddo terribile" dell'economia e il "freddo" del disordine pubblico. Dobbiamo andare avanti raddoppiando la qualità». E tra i vari auspici il presidente lancia un'altra idea «che non ha trovato ancora i finanziamenti governativi. Parlo di un ulteriore miglioramento e ingrandimento dei Civ: le zone franche urbane. Un esempio: Maddalena-Pré o Cornigliano-Sampierdarena. Piccole o medie imprese che operano in queste zone dovrebbero essere oggetto di defiscalizzazione. Ossia non pagare le tasse per sei anni. E per nove, dovrebbe pagare la metà».
Un incentivo forte per rianimare zone difficili, così spiega Andrea Zanlari, presidente di Indis Unioncamere: «Abbiamo cinque anni fa lanciato un allarme: attenzione se continua così il centro storico, che è il cuore il motore della storia delle nostre città, rischia di diventare un posto socialmente invivibile». Anche il segretario generale della Camera di Genova Maurizio Caviglia ha voluto precisare: «I Civ sono espressione di un associazionismo imprenditoriale trasformato in fenomeno di massa che ha generato più di 100 consorzi con più di mille consorziati.

Assolutamente stupefacente a livello italiano, fenomeno unico al mondo».

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