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Il giallo di 60 milioni di euro che possono salvare l’ippica

Le cose ippiche purtroppo non stanno andando come devono andare, ma non cercare le cause e i rimedi, se ci sono, al posto di continuare a blaterare contro l’ex segretario generale dell’Unire, mi pare una cosa da irresponsabili. Il bollettino ufficiale dell’Unire anche questi giorni assume toni da maestro in cattedra, bacchettando i reprobi del galoppo, che soltanto in ritardo stanno andando a Canossa con il capo coperto di cenere a prendersi le giuste reprimende anticipate dal sito dell’Unagt. Abbiamo anche l’annuncio ufficiale del nuovo regolamento Tris con l’anticipo della chiusura della cosiddetta Tris del caffè e via di questo passo.
Vorrei essere propositivo: vi è nel bilancio Unire una somma importante bloccata in parte dal 1999, di oltre 60 milioni di euro, che parrebbero non dovuti alle società di corse, trattandosi del cosiddetto Fondo investimenti a favore delle stesse, per una serie di motivazioni tecnico-giuridiche che potrebbero comportare alla fine un recupero di queste somme al bilancio Unire. L’eventuale recupero, anche se non definitivo di queste somme, al bilancio Unire, potrebbe ragionevolmente essere utilizzato per superare l’attuale drammatica crisi del montepremi. Del resto le Società di corse dai dati del bilancio Unire preventivo 2007, beneficerebbero complessivamente di oltre 125 milioni di euro, cosi ripartiti: 110 milioni di corrispettivi, 12 milioni per il pagamento dell’utilizzo del segnale televisivo da parte dell’Unire ed infine 3 milioni per il famoso meccanismo di adeguamento, il cosiddetto «aggiornamento punteggi». Al posto di annunciare programmi di riforma che non riformano nulla, come la diminuzione di un determinato numero di corse, il conte Melzi pensa veramente di risolvere i problemi dell’ippica con interventi di restyling della corsa Tris? Oppure l’abolizione della cosiddetta Tris de caffè? Provvedimenti forse necessari e anche tradivi, ma palliativi.
Dal programma elettorale per il cambiamento degli attuali responsabili dell’Anact, traggo le seguenti indicazioni o promesse, per le quali allo stato mi pare di non rilevare nulla di nuovo:
1) salvaguardia montepremi e provvidenze, non solo per gli allevatori ma anche per i proprietari con conseguente ripristino del premio aggiunto nelle modalità precedenti.
2) Stalloni. Impegno di ridurre in modo significativo le somme dei tassi di monta.
Mi augurerei quanto prima di vedere qualche cosa di concreto, a meno che non si tratti delle solite promesse elettorali. L’ippica ha assoluta necessità di un intervento di natura radicale, con in prima ipotesi l’enunciazione di un programma che non siano impegni al vento, ma indicazioni concrete su cosa fare, in quali direzioni ed in quali tempi, diversamente non avremo speranza alcuna di rimettere in piedi il baraccone. Il baraccone è al collasso, ma la colpa non è di un singolo individuo come a qualcuno fa piacere di credere, le cause sono solo ed unicamente politiche ed è l’invasività della politica che ha causato i danni maggiori, e dovrà farsi carico di rimettere in piedi il sistema. Su basi credibili e ragionevoli ma soprattutto mettendosi le mani in tasca per ridarci, ciò che sotto forme diverse, ci ha tolto in questi anni.

Non vorremmo che tutto finisse a tarallucci e vino, non ce lo possiamo permettere più.

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