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Gibernau e Biaggi Caccia grossa al Dottore in fuga

Gibernau e Biaggi Caccia grossa al Dottore in fuga

Giovanni Zamagni

da Scarperia (Mugello)

Proprio al Mugello, ecco la prima fila che ci si aspettava fin dall'inizio del mondiale: Valentino Rossi in pole (nuovo primato del circuito), Sete Gibernau a poco più di un decimo e Max Biaggi a due. Una meraviglia, preludio di una gara che si annuncia incerta e spettacolare, anche perché in un secondo sono racchiusi i primi 12 classificati, da Rossi al compagno di squadra Edwards. Ma è inutile dire che i favoriti alla vittoria sono i tre là davanti, con l'incognita della Ducati e delle sue gomme Bridgestone. Chi trionferà è difficilissimo prevederlo, ma analizzando le prove nel dettaglio e le facce dei protagonisti, Rossi e Biaggi sembrano avere qualcosina in più di Gibernau. Dettagli, che in un equilibrio così grande possono fare la differenza.
«È stata una giornata positiva - è l'analisi di Valentino -: nelle libere del mattino ho girato con un buon ritmo in configurazione gara, mentre nelle ufficiali ho sfruttato al meglio la gomma da tempo, grazie anche all'ottimo lavoro della squadra. Ci sono tanti piloti vicinissimi e tutti, in questa gara, sono particolarmente motivati. Spero ci sia il sole, perché tutta questa gente se lo merita. Già era emozionante durante le prove fare il giro di pista, con tanti spettatori attaccati alla rete, figurarsi come sarà la gara. Si annuncia un evento straordinario, paragonabile a uno dei grandi concerti rock del passato: quando non farò più il pilota andrò dall'altra parte della rete ad assistere a questo incredibile spettacolo». Per celebrarlo al meglio, ecco il casco speciale, dedicato, manco a dirlo, alla recente laurea.
Come al solito, Valentino non ha perso il sorriso e la voglia di scherzare e, per una volta, nemmeno Biaggi. Quest'anno, Max non era mai stato così veloce ed efficace in prova, tanto che nelle quattro gare precedenti non era mai andato oltre la terza fila. «Tornare a lottare per la pole è veramente emozionante - commenta euforico -. Non si tratta solo di motivazioni, ma ci sono stati tanti problemi che ci hanno rallentato. Ancora dobbiamo migliorare, ma adesso la mia Honda risponde meglio in accelerazione, è più dolce, si gestisce più facilmente e non ti scalcia quando apri il gas». Qualcuno gli chiede se sogna un ultimo giro con Rossi davanti e lui alle spalle a giocarsi la vittoria: «Quello sarebbe un incubo, non un sogno - ribatte -. Nel passaggio conclusivo spero di essere io davanti...».
In questo quadro di felicità generale, fa un po' specie vedere Gibernau piuttosto serio e pensieroso. Eppure, il pilota del team Gresini è andato forte e anche come passo non è messo male, anche se non a livello dei due rivali italiani. Lui dice di essere «sereno e pronto», di aver lavorato «solo in funzione della gara», ma la sua espressione faceva immaginare altri umori. Forse è solo questione di concentrazione, di normale tensione prima della gara, fatto sta che Sete sembra meno tranquillo che in passato. Per ritrovare il sorriso, dovrebbe tornare a vincere e farlo a casa di Rossi, davanti al pubblico italiano, gli darebbe una carica psicologica enorme. Lo sa bene Valentino, che proprio su queste cose ha costruito la sua grandezza, disintegrando di volta in volta gli avversari, non solo in pista.

È chiaro, quindi, che anche se il campione del mondo è in una posizione di forza, nella quale potrebbe limitarsi ad amministrare il grande vantaggio in classifica (+42 punti su Gibernau, +37 su Melandri, in difficoltà e solo settimo), difficilmente si accontenterà di un piazzamento.

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