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Giornalista saudita nei guai per un tweet su Maometto Sceicco chiede la sua testa

Per aver scritto su Twitter "Caro Maometto, io non ti bacio la mano" dicendo di rispettare il profeta come uomo e rivoluzionario, ma di non voler pregare per lui, un giovane giornalista è stato costretto a lasciare il suo Paese

Giornalista saudita nei guai per un tweet su Maometto Sceicco chiede la sua testa

Un giovane giornalista saudita è stato costretto a lasciare il Paese per alcuni Tweet su Maometto. La settimana scorsa, nel giorno della nascita del Profeta, Hamza Kashgari, 23 anni, del quotidiano Al Bilad di Jeddah, scriveva: "Nel giorno del tuo compleanno, direi che ho amato il ribelle che c'è in te, che sei sempre stato una fonte di ispirazione, ma che non mi piace l'aura di divinità attorno a te. Non devo pregare per te". E "Nel giorno del tuo compleanno, non devo inchinarmi a te, baciarti la mano, ma stringertela da pari".

I tweet di Kashgari, in una nazione in cui la libertà di espressione non è un diritto, nel Paese in cui è nato il Profeta Maometto, regno iper conservatore dove si trovano la Mecca e Medina, i luoghi sacri per eccellenza dell'islam, hanno scatenato in poche ore un putiferio. In 30mila hanno risposto a Kasghari nel giro di 24 ore: la maggior parte dei tweet sono minacce al giovane - che secondo i giornali sauditi appartiene a una famiglia religiosa e conservatrice - accuse di ateismo, blasfemia, apostasia, su Twitter, Facebook e You Tube.

C'è chi è perfino arrivato a chiedere la testa del giornalista, che lunedì mattina aveva già cancellato le frasi dal suo account Twitter (@Hmzmz), pubblicato una lettera di scuse, chiedendo perdono. In un video postato su You Tube, presumibilmente di una lezione, lo sceicco saudita Nasser Al Omar chiede che il giovane sia portato davanti una corte islamica per apostasia (che secondo la legge coranica è punibile con la pena di morte).

Lo sceicco, durante tutto il tempo del suo discorso, piange e singhiozza pesantemente, ricordando le parole "vergognose" scritte contro il Profeta, dice. Un altro uomo, lo sceicco Al Qarni, su un video che si può vedere sempre su You Tube, parla di obbligo di vendetta. Il sito saudita Sabq.com, tra i più cliccati del Paese, e che fino a poche ore fa aveva ancora in apertura la fotografia del ragazzo, ha rivelato che lo stesso re Abdallah avrebbe spiccato un mandato d'arresto contro Kashgari. Qualcuno ha scritto su Twitter perfino l'indirizzo di casa del giornalista. Il giovane, nonostante le scuse, è fuggito dal Paese.

Secondo alcuni siti in inglese della Malaysia sarebbe stato arrestato al suo arrivo all'aeroporto internazionale di Sepang, ma altri, come il celebre blogger saudita Saudi Jeans, in contatto con amici di famiglia del giornalista, smentiscono la detenzione. "Ho paura", ha detto Kasghari al sito americano Daily Beast, tornare a casa "è impossibile". Il blog Saudi Jeans parla anche dei dubbi di alcuni amici e familiari del ragazzo, secondo i quali l'inaspettata estensione della reazione del web, il caso mediatico creatosi attorno al giornalista, di cui parlano ormai tutte le televisioni satellitari panarabe, sarebbe montato.

Il Wall Street Journal riporta l'opinione di alcuni sauditi secondo i quali la virulenza della reazione rappresenterebbe la risposta di una fazione più conservatrice dell'establishment saudita alle recenti minime aperture del re, come la nomina di un capo della polizia religiosa più moderato e la nuova legge che permette alle donne di lavorare nei negozi di intimo nel regno, aprendo così una porta all'impiego femminile in un Paese dove le donne non hanno accesso al mondo del lavoro e dove non possono nemmeno guidare l'automobile. R.

S.

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