Economia

Giornata nera per le borse europee Vanno in fumo oltre 250 miliardi

Pesano i dati sul mercato del lavoro Usa di venerdì scorso, che hanno certificato che la prima economia mondiale non ha creato nuovi posti nel mese di agosto. Cresce ancora lo spread tra Btp e Bund tedeschi: sfonda quota 370 punti. Trichet: sanzioni per i Paesi che sforano i limiti di indebitamento

Giornata nera per le borse europee 
Vanno in fumo oltre 250 miliardi

Milano - Piazza Affari chiude con un tonfo del 4,83% a 14.333 punti. Le borse europee sprofondano in chiusura per l’acuirsi dei timori per la crisi europea del debito. L’ennesimo scivolone delle Borse europee manda in fumo 253,7 miliardi di euro in capitalizzazione. L’indice d’area Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali listini del Vecchio Continente, ha lasciato sul terreno il 4,14%. In una giornata che vede Wall Street chiusa per la festa del Labour Day, pesano ancora inoltre i dati sul mercato del lavoro Usa di venerdì scorso, che hanno certificato che la prima economia mondiale non ha creato nuovi posti nel mese di agosto. Intanto, mentre si apre una settimana cruciale per la soluzione della crisi greca, si è aperto un nuovo fronte che vede altri paesi seguire la richiesta finlandese di garanzie da parte di Atene per la concessione di nuovi aiuti, una prospettiva che incontra la forte opposizione del Fmi. La maglia nera va a Francoforte, che sconta la sesta sconfitta consecutiva della Cdu di Angela Merkel in un’elezione regionale. L’indice Dax cede il 5,28% a 5.246,11 punti. Il Cac 40 di Parigi arretra del 4,73% a 2.999,54 punti. L’Ftse Mib di Milano lascia sul terreno il 4,83% a 14.333,91 punti. L’Ibex di Madrid perde il 4,69% a 8.066,5 punti. Va meno peggio a Londra, dove l’Ftse 100 scivola del 3,58% a 5.102,58 punti.

Trichet: sanzioni preventive "Contro la crisi del debito occorre una governance economica europea molto più incisiva. E in particolare serve una maggiore capacità di sanzioni preventive per i Paesi che sforano i limiti d’indebitamento. Se un Paese non riesce a prendere le decisioni adeguate in termini di risanamento del bilancio, allora dovrebbe essere consentito di imporle a livello centralizzato". Lo sostiene il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, nel suo intervento parigino, parlando di una futura riforma della governance economica europea. E' un "imperativo assoluto" giungere a una vigilanza comune sui conti pubblici nazionali dei paesi dell’eurozona, rendendo più stringente la governance dell’area. L’euro, ha detto ancora Trichet, "ha pagato un prezzo molto elevato a causa dell’indebolimento" del patto di stabilità e di crescita chiesto da alcuni paesi membri e in seguito approvato. Nel lungo termine, l’eurozona "dovrà avere una governance molto più severa" e anche "un ministro delle finanze" comune che "dovrà vigilare sul settore finanziario". Inoltre Trichet ritiene che sia "molto importante implementare immediatamente" le decisioni assunte lo scorso luglio dai leader europei e pensa che sia "cruciale incrementare l’impatto della crescita e della creazione di posti di lavoro" nell’Eurozona". La Germania ha beneficiato delle riforme adottate nel mercato del lavoro, e altre paesi europei devono intraprendere lo stesso percorso per alzare il "limite di velocità" della rispettiva crescita economica e "si vedono chiaramente i risultati delle riforme del mercato del lavoro adottate ben prima dell’inizio della crisi".

Crollano le banche europee Pioggia di vendite sui titoli dei principali istituti di credito europei sulla notizia che gli Stati Uniti hanno deciso di promuovere un’azione legale contro 17 banche e istituzioni finanziarie, accusate di frodi antecedenti alla crisi dei mutui suprime. Venerdì scorso l’Agenzia federale di finanziamento del settore immobiliare ha comunicato di voler recuperare le perdite inflitte ai due colossi del finanziamento dei prestiti immobiliari, Fannie Mae e Freddie Mac. Tra gli istituti nel mirino compaiono Societe Generale e Credit Suisse, che alla Borsa di Parigi e Zurigo perdono oltre quattro punti percentuale. A Londra Royal Bank of Scotland lascia sul terreno il 7,8%, Barclays il 7,2%. Sugli istituti britannici pesano anche le incertezze sulle conseguenze della prossima riforma bancaria del Paese. 

Negative le borse asiatiche Le Borse asiatiche si sono adeguate allo scivolone di venerdì scorso dei listini europei e americani causato anche dalla stagnazione dell’occupazione negli Usa: Tokyo ha ceduto quasi due punti percentuali, Hong Kong poco meno di tre, Seul è crollata di oltre il 4%. Tiene solo il mercato ’minorè dell’Indonesia. Sulla Borsa giapponese, in particolare, male Shinsei bank, il cui titolo è sceso del 5,68% finale, e Mitshubishi electric (-5,55%) mentre si sono mosse in controtendenza le società di produzione elettrica Kansai e Chubu, in rialzo rispettivamente del 2,45% e del 2,41%. Con il petrolio debole a causa dei dubbi sulla ripresa economica internazionale, sul mercato azionario coreano pesano le vendite sui gruppi dell’energia e anche dei semiconduttori (Hynix -8,12%). Ma sono i diversi titoli che fanno riferimento al colosso Samsung (tutti in calo tra il 5 e il 6%) ad affossare il listino dopo che Apple ha vinto una causa contro il gruppo coreano sul concorrenza illecita nel comparto dei ’tablet’.

A Sidney, dove sono quotati diversi titoli che possono anticipare l’avvio dei loro settori in Europa, male diverse società dell’energia, dell’acciaio e anche dei media, mentre hanno provato a muoversi controtendenza alcuni gruppi delle materie prime minerarie.

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