Giro d'Italia

Giro, Arroyo ci crede Come Basso ed Evans

Con 2'27'' di vantaggio su Basso e 2'44'' su Porte lo spagnolo Arroyo comincia a sognare di poter vincere il Giro. Ci sono ancora due tappe decisive di montagna: il Mortirolo (venerdi) e il Gavia (sabato). E il maltempo potrebbe influenzare l'esito delle gare. Oggi la Levico Terme-Brescia (140 km)

Giro, Arroyo ci crede 
Come Basso ed Evans

Milano - "Verona è sempre più vicina. Ogni giorno che passa il sogno può realizzarsi". David Arroyo Duran adesso comincia davvero a crederci, e con un pizzico di fortuna questo Giro potrebbe davvero portarselo a casa. Una credibilità, la sua, che si è saputa costruire giorno per giorno con tanta pazienza e anche tanta esperienza. Dovesse vincerlo potrebbe farlo senza nemmeno conquistare una vittoria e non sarebbe nemmeno la prima volta. Ma sa che Ivan Basso e Cadel Evans lo aspettano al varco e non si daranno per vinti molto facilmente. E poi c’è Richie Porte. L’australiano è al suo primo Giro e anche se oggi ha perso qualcosa la sua corsa è comunque più che positiva. Senza dimenticare che c’è l’ultima tappa a cronometro in cui è maestro.

Le tappe di montagna Ma l’incognita vera, per tutti, sono le due ultime tappe di montagna di venerdì e sabato: prima con la tappa di Aprica e il Passo del Mortirolo a quota 1.854, il giorno dopo c’è la tappa di Ponte di Legno/Tonale con il terribile Passo Gavia a quota 2.618. "Ci sono ancora due tappe durissime - dice lo spagnolo -. È difficile stabilire quanti minuti e secondi di vantaggio servono per vincere questo Giro".

La tappa di ieri Per lui e per gli altri big ieri è stata una giornata tranquilla. Stefano Garzelli ha pagato lo scotto dello sforzo di ieri ed è arrivato staccato di tre minuti dai migliori (quasi 14’ dal vincitore). Damiano Cunego ha perso qualcosa ma in classifica guadagna un posto. Ha guadagnato un secondo anche Michele Scarponi. "Meglio guadagnarlo che perderlo - scherza il marchigiano - Oggi ero motivato, pensavo di vincere". Non ha ancora vinto una tappa e la "fame" per lui cresce: "Voglio vincerne almeno una - dice - Dove attaccare? Se potessi scegliere direi sul Mortirolo. Quella e il Gavia sono due tappe dure, la fatica si fa sentire. Dipende tutto dalle gambe e da come si è messi in corsa. Non ho ancora deciso dove attaccare, ma lo ammetto il Mortirolo per me è il punto ideale. Sono comunque contento del mio Giro, sono sempre con i primi. Mi è mancata la vittoria ma il podio è ancora raggiungibile. Credo che possa essere alla mia portata".

Simoni e il Mortirolo Chi invece ormai il Mortirolo lo vede come un tabù è Gilberto Simoni. Oggi il trentino è stato premiato davanti alla sua gente. "Sono stato tre volte secondo, il Mortirolo per me è una maledizione".

Basso sornione Intanto il varesino Basso continua a preferire il "basso profilo": "Sono molto contento di non avere i favori dei pronostici. L’importante per me è avere la fiducia della mia squadra e dei tifosi".

Il vincitore di ieri Ha motivo di gioire il francese Damien Monier. Per lui questa è la prima vittoria da professionista. Dopo il traguardo era stremato e si è sdraiato a terra: "Non avevo più le gambe - spiega Monier, due volte campione francese su pista, sposato con una cinese e padre di una bimba di un anno e mezzo - Non avrei dovuto fare questo Giro, sono entrato perchè un mio compagno era malato e ho preso il suo posto. I miei primi anni da professionista sono stati durissimi, i risultati non venivano e ho pensato perfino di lasciar perdere».

Da un anno ha perso il padre e racconta: "Oggi ho lottato e vinto anche per lui".

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