Cultura e Spettacoli

Girotondo degli artisti per i tagli

Da Monicelli a Barbareschi ieri pomeriggio protesta davanti a Montecitorio. E si pensa di boicottare la Mostra di Venezia. Tra sprechi e privilegi: la Casta dello show divora i fondi

Girotondo degli artisti per i tagli

Roma - Vabbè, certe parole d’ordine suonano scontate («questi tagli sono una punizione contro un settore non plaudente e asservito») o apocalittiche («questo è un Paese che sta andando, a grandi passi, verso l’ignoranza»), in buona sostanza ideologiche. Ma poi, fatta la tara, capisci che la situazione sta facendosi davvero seria per il mondo dello spettacolo.

A causa dei tagli al Fus, Fondo unico per lo spettacolo: 82 milioni di euro in meno, il che significa scendere dai 460 del 2008 ai 378 del 2009. Per questo cineasti, produttori, esercenti, teatranti, ballerini, maestranze tecniche hanno deciso di protestare ieri pomeriggio in piazza Montecitorio. Una protesta bipartisan, alla quale hanno partecipato anche due parlamentari del Pdl, Luca Barbareschi e Gabriella Carlucci, nel tentativo di bloccare l’esecutività dei tagli, prevista per oggi. Ma pare difficile che il ministro Tremonti receda, benché il 7 maggio scorso, alla presenza del presidente Napolitano, il ministro Bondi e il sottosegretario Letta avessero promesso il recupero di almeno 60 milioni, 30 da destinare allo spettacolo dal vivo, 30 al cinema.

Invece niente da fare. Il sit-in parte con una selva di palloncini neri, in segno di lutto, mentre le note ammonitrici del Coriolano di Beethoven, suonate dal vivo dall’Orchestra regionale del Lazio, fanno da contrappunto alla manifestazione. Si respira un misto di rabbia e scoramento, pessimismo e voglia di lottare. Non sono in tanti, almeno all’inizio, ma poi lo slargo si riempie. Arrivano i big, molto cercati dalle tv: Mariangela Melato e Luca Zingaretti, Alba Rohrwacher e Carlo Verdone, Valentina Lodovini e Silvio Orlando, e poi Moretti, Maselli, Ghini, i Vanzina, Lizzani, Monicelli, Montaldo, Tognazzi (Ricky), Scola...

E si fanno vedere anche Franceschini e Veltroni. Non che la pensino tutti nello stesso modo sulla «strategia di lotta». Chi è per lo sciopero a oltranza, chi vorrebbe bloccare «radio e tv», chi è per la serrata dei set. Proposte poco praticabili. Alla fine passa l’idea, lanciata dallo sceneggiatore-giornalista Andrea Purgatori, di bloccare la conferenza stampa della Mostra di Venezia, il 30 luglio. E, se non basta, pure il festival, a settembre, magari invitando i registi italiani, da Tornatore a Placido, da Maselli a Francesca Comencini, a non presentare i loro film al Lido. Come se dipendesse solo da loro. Vero è, però, che lo stesso Letta, nell’incontro di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi con le associazioni, ha allargato le braccia, dichiarandosi pessimista rispetto al reintegro dei tagli. «Non abbiamo buone notizie, né in verità ci speravamo molto», scandisce al microfono Purgatori. «Perciò dobbiamo attrezzarci ad altre forme di lotta e di protesta».

Lo sceneggiatore Stefano Rulli chiede a gran voci le dimissioni del ministro Bondi, mentre il regista Nino Russo sostiene che «i tagli non sono dovuti alla crisi economica». Sarebbe, insomma, un atto premeditato, tutto politico, nei confronti del cinema. E pensare che i decreti relativi al tax-credit e al tax-shelter sono appena stati pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale, in modo da renderli operativi, quindi di sostegno al cinema d'autore. Ma l'aria è tesa in piazza, nessuno vuol sentire parlare di sprechi (un solo dato: metà del Fus se ne va via per la lirica, e il 75 per cento di quella quota per gli stipendi). Sicché quando prende la parola Barbareschi partono fischi e «buuu».

L'attore-regista però non si fa intimidire, assicura di essere «per lo sciopero a oltranza, che non si fa il lunedì quando i teatri sono chiusi», e addirittura si conquista un applauso alla fine. «Dobbiamo farci rispettare, il che - diciamo la verità - significa anche ripulire i nostri bilanci, non fare i furbi, sanare le nostre aziende, dal punto di vista etico e formale».

Oggi due nuovi incontri: con Letta e con Fini.

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