Roma

Giunta, l’Udc mena il can per l’aia

Giunta, l’Udc mena il can per l’aia

Conto alla rovescia per l’allargamento della giunta regionale con l’ingresso dei centristi. L’accordo politico, soprattutto dopo i colloqui delle ultime ore, c’è, ed è nelle intenzioni di tutti. Anche se la trattativa sembra, ogni tanto, che venga rallentata ad arte per dettagli di scarso significato. La conferma è giunta ieri mattina dallo stesso presidente della Regione: «L’Udc fa già parte della coalizione. In giunta ci sono due posti che andranno a loro. Si tratta semplicemente di trovare il momento più giusto per tutti». A chi le chiedeva se in vista del primo consiglio alla Pisana saranno risolti i problemi con la maggioranza, Polverini ha risposto: «Ma sì, sì. Stiamo lavorando, si arriverà sicuramente a una conclusione positiva. C’è una coalizione che si è presentata per guidare questa Regione, - ha detto - che ha vinto le elezioni e tutte le componenti, ovviamente anche l’Udc, devono essere all’interno sia negli organi istituzionali che della giunta. Lavoriamo in questo senso senza alcun problema». «Io - ha aggiunto - credo però ci siano dei momenti in cui le forze politiche assieme al presidente debbano assumersi delle responsabilità e ce le stiamo assumendo».
Sul fronte Udc, invece, questa assunzione di responsabilità sembra che ancora non ci sia. «Abbiamo responsabilmente garantito il nostro appoggio esterno - ha detto il consigliere regionale Rodolfo Gigli - in attesa che si riesca a trovare la quadratura del cerchio». Gigli ha aggiunto che non sarà lui «il vice presidente del consiglio regionale. Ieri, il gruppo dell’Udc ha indicato per questo incarico Raffaele D’Ambrosio. Sulla situazione politica Gigli ha detto che il suo partito, al fine di trovare una soluzione ai problemi ha accettato due assessori anzichè i tre concordati e si è detto disponibile a entrare subito in giunta. «Ma non ci si può chiedere - ha precisato - di indicare un uomo e una donna per permettere al presidente Polverini di garantire la rappresentanza femminile prevista dallo statuto regionale».
Insomma, l’accordo sui due assessori e sugli altri incarichi istituzionali all’Udc è stato trovato e adesso Gigli tenta di «rovesciare la frittata» perché il suo partito non riesce a indicare nemmeno il nome di una donna e scarica furbescamente, ma maldestramente, il problema sul Pdl. L’impressione è che Gigli voglia tirare troppo la corda della trattativa con la malcelata minaccia di farla fallire. C’è da chiedersi fino a che punto i vertici nazionali dell’Udc siano disposti a rischiare un altro fallimento politico (dopo il passo falso di Casini sul governo di unità nazionale) per una questione di lana caprina.

O, meglio, per un falso problema come quello di non voler indicare una donna a nessun costo.

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