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Giustizia, Pdl: "Legge condivisa". No di Pd e Idv

Il Pdl invita forze politiche e magistrati a partecipare all'incontro del 4 novembre per elaborare un testo condiviso che riformi la Carta. L'Anm apre: "Sì al confronto". No di Franceschini e di Pietro. Schifani invita a fare riforme e sull'immunità dice: sarebbe un ritorno al passato

Giustizia, Pdl: "Legge condivisa". No di Pd e Idv

Roma - Il Pdl è fermamente intenzionato a porre mano alla riforma della giustizia. Se ne vuole assumere la responsabilità di fronte al Paese, prendendo l'iniziativa politica. Ma, al contempo, sa bene che trattandosi di una riforma estremamente delicata, sarebbe utile cercare, in parlamento, la massima condivisione. Proprio per questo si terrà un incontro aperto ai partiti e ai magistrati per elaborare una proposta di riforma costituzionale. La proposta è piaciuta all'Anm che si è detta disposta al confronto: "Poi vedremo i frutti".

Argomento centrale Il tema della giustizia, si legge nella nota, continua ad essere argomento centrale della discussione e del confronto politico. Ancora una volta forti polemiche in ordine a singoli accadimenti rischiano di porre in secondo piano le vere problematiche della giustizia e paralizzare le riforme. La situazione generale non consente di permanere in un immobilismo che non potrebbe che creare intollerabili ricadute negative sul sistema Paese. In questo inizio di legislatura si deve dare atto al governo e alla maggioranza che pur dovendo operare in una situazione di straordinaria difficoltà, correlata alla grande crisi economica, sono stati in grado di porre in essere dei provvedimenti legislativi di grande pregio ed efficacia.

Metodo bicamerale Il Pdl, proprio in forza del mandato elettorale ricevuto, deve assumersi la responsabilità di una incisiva iniziativa politica diretta a riaprire il confronto con tutte le forze politiche per contribuire a presentare al parlamento un progetto, ove possibile, condiviso. L’esperienza della bicamerale, il cui testo, fra l’altro, potrebbe offrire pregevoli indicazioni di lavoro comune, pur convenendo che quell’ organismo verosimilmente non era il più adatto per addivenire in tempi ragionevoli ad un risultato utile, indica un metodo di assoluto valore.

L'incontro del 4 novembre La Consulta invita quindi tutte le forze politiche a partecipare a un incontro presso i gruppi parlamentari, sala Colletti, il prossimo 4 novembre alle ore 19 per concordare tempi e modi di attuazione di tale proposta, tenendo conto comunque che sarà opportuno allargare successivamente la partecipazione agli incontri alla magistratura e alla avvocatura che potranno offrire, come di consueto, un valido ed efficace contributo. La Consulta ritiene che se esiste una volontà politica di individuare una linea comune è possibile elaborare un testo compiuto in tempi assai brevi e che comunque si potrà anche avviare un proficuo confronto sulle leggi ordinarie. La Consulta invita il governo a voler attendere la conclusione di tali lavori prima di voler eventualmente presentare un proprio testo di riforma costituzionale.

Pd e Idv chiudono al Pdl L'opposizione chiude alla proposta del Pdl di portare avanti una riforma condivisa. "La riforma della giustizia, l'abbiamo visto in questi anni - afferma il segretario del Pd Dario Franceschini - per il Pdl non significa certezza della pena e processi più veloci per tutti. Significa invece leggi ad personam e intenti punitivi verso quei magistrati colpevoli solo di applicare la legge e rispettare il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla giustizia. Non è il tempo di pasticci e di nuove bicamerali". Duro anche il numero uno dell'Idv, Antonio Di Pietro, che parla di "proposta indecente" da "rispedire al mittente che ha già dato prova della sua inaffidabilità tra scudo fiscale, lodo Alfano, azzeramento intercettazioni e i numerosi altri provvedimenti ad personam".

L'apertura dell'Anm Immediata anche la reazione del presidente e il segretario dell’Associazione magistrati, Luca Palamara e Giuseppe Cascini, che si sono detti disposti a un confronto con la politica. "Nel metodo, ben vengano luoghi istituzionali in cui la magistratura associata sia invitata a dare il proprio contributo tecnico e ad esprimere le proprie valutazioni, senza pregiudizi da nessuna parte. Poi nel merito vedremo i frutti", hanno Palamara e Cascini.

"L’Anm - hanno, quindi, ricordato i vertici del sindacato delle toghe - dice sì a riforme della giustizia, no a quelle punitive".

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