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Il Gotha apre all'arte contemporanea

In vetrina opere esclusive e notificate dal '700 al '900. I leoni di Martini inediti

Corrado Giuffrè

La quattordicesima edizione di Gotha, alla Fiera di Parma dall'8 all'11 novembre, si apre all'arte contemporanea e alla fotografia. Sessanta gallerie internazionali, opere che attraversano tre secoli di storia e due collaterali che raccontano, in un dialogo contrapposto, l'arte settecentesca parmense e quella del Novecento di Arturo Martini. E in mostra vanno due opere riscoperte dello scultore trevigiano.

«Rinnovamento è la parola che meglio rappresenta questa edizione», spiega Ilaria Dazzi, Brand Manager di Gotha. «Cambia la proposta espositiva, un mix virtuoso di artwork di altissimo antiquariato e avanguardie contemporanee. Cambia il concept fatto di talk e di mostre collaterali. Siamo certi che la formula riporterà Gotha nelle agende del collezionismo internazionale». Sessanta gallerie italiane ed internazionali porteranno in mostra, in circa 1.500 metri espositivi, un'ampia varietà di opere che attraversano tre secoli di storia, valutate da una giuria di undici esperti, il cui valore si colloca in un range che va dai 10mila e 300mila euro assecondando così le esigenze di un vasto pubblico. Con Gotha Fiere di Parma intende dimostrare che non è necessario andare al museo o frequentare i grandi appuntamenti mondiali per trovare pezzi unici di antiquariato o di arti del '900. Anche l'Italia ha dunque una sua vetrina esclusiva con la presenza di opere «notificate».

La 14ma edizione di Gotha vedrà, inoltre, anche alcuni importanti debutti. Innanzitutto due mostre collaterali che avranno come protagonisti le opere «riscoperte» di Arturo Martini e Ennemond-Alexandre Petitot. La prima collaterale in programma «Tesori del settecento: tre opere donate all'Accademia di Parma», ruota infatti attorno alla figura di Ennemond-Alexandre Petitot, architetto francese che segnò profondamente la città. Curata dall'Accademia delle Belle Arti, fondata dallo stesso architetto, porta in mostra tre quadri: Ritratto di Ennemond-Alexandre Petitot, attr. a J. Zoffany, Ritratto del nipote di Petitot attr. a J. Zoffany e Veduta interna del tempio alla dea Mnemosine, di Evangelista Ferrari. Tutte e tre le tele furono donate all'Accademia di Parma: le due tele, negli anni Settanta del XX secolo dalla famiglia che aveva acquisito la villa e gli arredi già dell'architetto francese e dei suoi eredi in località Marore; l'acquarello, invece, fu presentato all'Accademia dallo stesso Ferrari quale morceau de reception, ossia l'opera di rilievo che un artista era tenuto a regalare, in segno di riconoscenza e prova del proprio valore, a un consesso che lo aveva eletto tra i suoi membri. Tre tele familiari emblematiche dell'arte settecentesca tutta parmense cui si contrappone una seconda mostra tutta nazionale che guarda al Novecento e ad uno de suoi massimi interpreti, Arturo Martini. L'atrio dell'Università Bocconi è presidiato da due celebri sculture di Arturo Martini. Modellati in grès ceramico verde, il Leone e la Leonessa si trovano all'ingresso dell'edificio fin dalla sua inaugurazione, avvenuta il 21 dicembre 1941. A lungo si è creduto che quelli presenti nell'atrio di via Sarfatti fossero gli unici esemplari delle sculture fino a quando Paolo Aquilini, Direttore del Museo della seta di Como, e il critico Roberto Borghi non ne scoprirono gli originali in una villa alle porte di Lecco. Ad Aquilini si deve l'individuazione e la valorizzazione di un'altra opera dimenticata di Martini, la Deposizione presso il Setificio di Como. «Leone e Leonessa 1935-1936. Due sculture ritrovate di Arturo Martini», svela dunque per la prima volta al pubblico le due opere originali riscoperte dello scultore trevigiano. Valore delle opere 150mila euro.

A Gotha ci sarà anche un ricco programma di «talk», ovvero di incontri cui faranno dal fil rouge la gestione e la trasmissione di una passione.

Tra i vari appuntamenti, quello di venerdì 9 novembre con Fabio Bertolo (ore 11), amministratore delegato di Finarte che interverrà su «Il valore della carta da Galileo a Ungaretti e Boccioni, vendite all'asta e vendite al ministero» e quello di sabato 10 novembre con Serena Bertolucci, Direttore di Palazzo Reale di Genova e Mauro Felicori che per tre anni ha guidato la Reggia di Caserta.

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