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Per il governo Monti la strada si fa in salita

Monti vede i rappresentanti delle forze politiche e annuncia "misure impopolari". Il premier incaricato terminerà domani le consultazioni con Pd e Pdl. Napolitano: "Siamo in una fase delicatissima e cruciale. Dobbiamo realizzare la massima coesione". Fini esulta: "E' finito il bipolarismo muscolare". Monti starebbe pensando a politici come ministri. La Marcegaglia: "Non vedrei nulla di male". Il Pdl contrario. Cicchitto: "Avremo un atteggiamento costruttivo, ma non si pensi a consensi al buio"

Per il governo Monti la strada si fa in salita

Dopo l'incarico ricevuto ieri dal Capo dello Stato Mario Monti ha avviato, nel suo studio di Palazzo Giustiniani, il giro di consultazioni delle forze politiche presenti in parlamento. Un fitto calendario d'incontri quello nell'agenda del presidente del Consiglio incaricato. Una fase delicata di "ascolto" e di sintesi, che si chiuderà domattina con le rappresentanze parlamentari del Pd e del Pdl. Subito dopo, nel pomeriggio, saranno ascoltate le parti sociali. Poi il professor Monti dovrebbe salire al Colle per sciogliere la riserva e presentare a Napolitano la lista dei ministri.

Il presidente della Repubblica torna a mostrare la propria apprensione per il momento: "Quella in corso è una crisi delicatissima e cruciale". Napolitano lo ha ricordato nel messaggio inviato al direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale. Per il Capo dello Stato, però, questa è l'occasione per "realizzare la massima coesione per permettere all’Italia di essere protagonista come lo è stata in passato". Per far questo c'è bisogno di "istituzioni credibili" e di "sprigionare uno sforzo collettivo sul piano morale, intellettuale e istituzionale che negli ultimi tempi purtroppo è mancato"

Il governo varerà misure impopolari: il professore Monti "ha detto che forse ci sarà qualche problema per i provvedimenti impopolari" necessari per far uscire l’Italia dalla Crisi. Così Silvano Moffa, di Popolo e Territorio, al termine delle consultazione con il presidente del Consiglio incaricato. Lo stesso concetto è stato ribadito da Francesco Nucara (Pri): Monti ha preannunciato "un programma importante con molti sacrifici".

Roberto Antonione (Liberali per l'Italia), incontrando i giornalisti ha detto che "da Monti c’è l’impegno a mettere al governo rappresentanti politici di peso e a livello ministeriale. A lui - ha riferito l'ex parlamentare del Pdl - farebbe piacere che ci fossero politici anche a livello di ministri oltre che di sottosegretari".

L'ipotesi non scandalizzerebbe Confindustria: "È in corso una trattativa tra partiti, ma non vedrei nulla di male nell’ingresso di alcuni politici", dice Emma Marcegaglia, che ha sottolineato come l'agenda economica di Monti sia la stessa definita dagli industriali: "Se parliamo di pensioni, riduzione delle tasse su imprese e lavoratori, aumento delle tasse sui patrimoni, riduzione dei costi della politica e liberalizzazioni, sono esattamente i nostri cinque punti".

"Monti - spiega Francesco Pionati (segretario Adc) - ci ha detto che non avrebbe mai accettato nessun incarico a termine e che il suo governo guarda alla scadenza naturale della legislatura. Il suo orizzonte temporale è il 2013 e ha sottolineato che si tratta comunque di un tempo relativamente breve per risolvere tutti i problemi strutturali del Paese".

Tra i politici che sembrano più soddisfatti per la difficile situazione che sta attraversando il Paese c'è Gianfranco Fini. Non sta nella pelle, il presidente della Camera, e ci tiene a farlo sapere: "Il governo Monti - dice a 60 minuti su Gr Parlamento - segna la fine di bipolarismo muscolare, finisce il bipolarismo in cui tutto divide e nulla unisce". Dunque ora cosa succede? "I tre grandi poli, Pdl, Pd, Terzo Polo, dovranno evidenziare ciò che unisce non mettere in evidenza quotidianamente ciò che divide, costante di maggioranza che ha sostenuto Prodi e Berlusconi. Se questa esperienza parte e ha arco di tempo sufficiente per sviluppare suoi effetti nulla sarà come prima perché archiviato bipolarismo con destra e sinistra talmente antitetici da non poter fare niente insieme".

"Se vorrà dare un carattere politico lo sosterremo, così come se vorrà portare una piattaforma. Il Terzo Polo con i suoi 100 parlamentari è al fianco del presidente Monti, ha dtto inoltre il leader di Api, Francesco Rutelli, parlando a nome del Terzo Polo al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio incaricato Mario Monti.

E sul nuovo governo Fini non ha dubbi: deve andare avanti, niente limiti temporali. "La polemica sulla durata del governo è secondo me un po' speciosa. Se il governo parte con iniziative che incontrano il favore dei mercati e della pubblica opinione e è evidente che nessuno si prende poi responsabilità di dirgli 'sai che c’è di nuovo? Adesso andiamo a votare'. Anche perché - avverte Fini - l’emergenza non finisce". Se il governo dopo l'immissione, entro aprile, di 250 miliardi di euro in titoli, avrà ancora il favore dei mercati e della pubblica opinione, la legislatura inevitabilmente - sottolinea Fini - andrà avanti. Se al contrario questa esperienza dovesse rivelarsi incapace di raggiungere l’obiettivo, altrettanto inevitabilmente si tornerà al voto. I meccanismi, a volte sono più semplici - osserva - di quello che si pensa".

Quanto alla formazione del nuovo esecutivo il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, non ha dubbi: "Mi sembra che sia Pdl che il Pd preferiscano che non ci siano politici nel senso parlamentari in carica", dice il leader dell'Udc a Mattino5. E sui temi da affrontare al primo posto c'è la crisi economica: "Dovrà far ripartire la crescita del Paese. Il resto, legge elettorale compresa, viene dopo. Il tema economico è quello principale".

Emma Bonino, che nell'insediamento di Monti a Palazzo Madama ha abbracciato il professore, suo ex collega alla Commissione europea dal 1994 al 1999, non è d'accordo sul fatto che l'esecutivo comprenda solo ministri tecnici: "Credo che i tecnici siano utilissimi, ma per il futuro del Paese bisogna che le forze politiche si impegnino in prima persona, si assumano la responsabilità e ci mettano la faccia", ha detto l'esponente radicale a Sky Tg24. "Non credo ai governi tecnici, perché poi ci vuole un grande sostegno parlamentare. Avrei preferito un grande governo autorevole con un impegno delle forze politiche in prima persona"...

In un'intervista all'Unità Antonio Di Pietro spiega le ragioni che l'hanno spinto a cambiare idea sul sostegno a Monti: "Non volevo dare l'appoggio a un governo dove comparissero alcuni di quelli che ci hanno portato dove stiamo oggi, sull'orlo del baratro". Poi, il presidente Napolitano "ci ha detto che Gianni Letta ha rinunciato a qualunque incarico e che la discontinuità sarà la caratteristica di questo governo. Mi sembrano due fatti importanti...". Un dettaglio in più che aiuta a comprendere quale sia stato, in questa fase, il ruolo politico di Napolitano. In ogni caso, dopo le consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato, l'Idv ha ribadito che "non c’è nessuna preclusione ma il nostro voto è condizionato alla valutazione di squadra e programma". Di Pietro ha assicurato di non voler mettersi "di traverso sulla nascita del governo Monti. Da questo momento, è con quel governo che vogliamo confrontarci, di volta in volta, nel merito dei comportamenti che vuole mettere in essere e vedremo dal primo atto che porrà in essere che tipo di governo sarà".

"Nessuno può pensare a consensi dati al buio anche perchè noi dovremo portare una precisa proposta all’Ufficio di Presidenza del Pdl", precisa Fabrizio Cicchitto (Pdl), anticipando un "atteggiamento costruttivo nei costruttivo nei confronti del presidente incaricato Monti, a condizione che ci si confronti su una organica proposta programmatica e anche sulla struttura del governo".

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