Cultura e Spettacoli

"Grande fratello" e "Provaci ancora prof" roba da soffitta

Il Gf è sempre uguale dalla prima edizione, ma c'è a chi il pane raffermo piace. Prendiamo la fiction Rai, per esempio...

"Grande fratello" e "Provaci ancora prof" roba da soffitta

Confessione preliminare. Non mi sono mai appassionato al Grande Fratello, neppure quando, una quindicina di anni orsono, andò in onda la prima volta riscuotendo enorme successo. Se non sbaglio, a condurlo era Daria Bignardi che allora non disdegnava il genere popolare. Ne seguii alcune puntate per curiosità e, a distanza di tanto tempo, debbo ammettere che lo spettacolo, se così si poteva e si può definire, era più utile di un saggio sociologico per comprendere - enfatizzata dal video - l'imbecillità umana.

Non me la prendo pertanto con i dirigenti di Mediaset se ci propinarono un simile programma, anzi li ringrazio perché mi offrirono la possibilità di rendermi conto quali fossero le aspirazioni e le ambizioni nonché il livello culturale dei giovani dell'epoca. A distanza di lustri apprendo, però, con raccapriccio che il Grande Fratello, benché sia invecchiato, continua ad andare in onda, confermando che dall'inizio del Millennio ad oggi la testa di molti ragazzi - crisi o non crisi - non è migliorata. Mi stupisce che Canale 5 si aspettasse anche dall'ultima edizione (in corso) di sbancare il botteghino dell'audience.

A menare il torrone davanti alle telecamere c'è Alessia Marcuzzi, una brava presentatrice, alla quale qualcuno attribuisce la colpa di aver fatto flettere gli ascolti: 18 per cento. Questa cifra a me pare, invece, il frutto di un miracolo. In altri termini, il 18 per cento è stupefacente se si considera la mediocrità non di Alessia, per carità, bensì della trasmissione che non ha più il sapore della novità, ma emana il cattivo odore della marcescenza. Ogni tanto bisogna avere il coraggio di voltare pagina e di cercare formule fresche per attizzare il pubblico.

Oddio, in alcuni casi il pane raffermo piace, raramente. È il caso di Provaci ancora prof , una fiction talmente banale da essere rassicurante e, a tratti, addirittura piacevole. Ci sono signore su di età che ogni sera recitano il rosario, traendone beneficio per lo spirito. Allo stesso modo esistono numerosi telespettatori che, semiaddormentati sul divano, buttano un occhio al video e si lasciano rimbambire dalle storie ordinarie di un'insegnante, magistralmente interpretata da Veronica Pivetti, attrice carina e credibile, sorella di Irene che fu presidente (leghista) della Camera dei deputati e, adesso, dedita ad altre trascurabili attività.

Gli autori vanno elogiati in blocco. Le vicende che inventano sono terra terra quanto i dialoghi tra i vari personaggi, e proprio per questo riflettono la vita senza scosse della maggior parte della gente. Chi guarda il programma si riconosce nei protagonisti e si sente a proprio agio, non sussulta, non si emoziona, non prova sentimenti negativi e viene trasportato dalla pacifica narrazione tra le braccia ospitali di Morfeo. L'effetto soporifero prodotto dalla prof e da coloro che la circondano è un valore aggiunto, induce alla serenità postprandiale e predispone a trascorrere una dolce notte. La scuola, gli alunni che di tanto in tanto combinano pasticci (anche gravi), ma a tutto c'è un rimedio e Camilla Baudino (Veronica Pivetti) è una specialista in riparazioni, escogita soluzioni di buon senso. Una eccellente prof che però, come qualsiasi donna, ha un cuore in tumulto; anche lei si innamora e si separa dal marito, salvo assisterlo perché, in fondo, gli vuole ancora bene, per quanto all'altro ne voglia di più. La fiction in questione racconta dunque piccole vicissitudini familiari, così familiari e piccole da sembrare quelle di casa tua.

Ovvio che siano gradite.

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