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Grasso: "Il '92? Ci fu trattativa tra Stato e mafia"

Il procuratore nazionale antimafia in un due diverse interviste conferma l'esistenza di una trattativa tra boss mafiosi e settori dello Stato durante la stagione stragista degli anni '90: "Bisognava cercare di arginare quella deriva stragista"

Grasso: "Il '92? Ci fu trattativa tra Stato e mafia"

Roma - La trattativa tra Stato e mafia c'è stata e ha salvato la vita a molti ministri. Ne è convinto Piero Grasso, che - in un'intervista sulla Stampa e in una al Tg3 - commenta la novità del papello: "Per la verità - puntualizza il procuratore nazionale antimafia - le indagini precedenti avevano in qualche modo accertato l'esistenza di un tentativo di Cosa nostra di entrare in contatto col potere politico. E' processuale il contatto degli ufficiali del Ros, Mori e De Donno, con Vito Ciancimino. Ed è processualmente accertato che alla mafia, in cambio della resa dei vertici, fu offerto un ottimo trattamento per i familiari, un ottimo trattamento carcerario e una sorta di giusta valutazione delle responsabilita".

Trattative Tutto ciò, a giudizio di Grasso, "lascia intuire il meccanismo che Riina ripete ogni volta che vuole in qualche modo dare vitalità a una trattativa che risulta difficoltosa. Le proposte del Ros, infatti, sembrano minime a Ciancimino che, a sua volta, si rifiuta di trasmetterle a Riina, anche per timore di ritorsione nei suoi confronti, e perciò suggerisce di 'congelare' tutto e prendere tempo. Le indagini ci diranno poi- riferisce il procuratore antimafia - che Riina, invece, opta per accelerare i tempi e vara la fase operativa per compiere un attentato nei miei confronti. Progetto che sfuma per un disguido tecnico e anche perché in quel momento viene catturato".

Omicidio Borsellino Ecco, "anche via D'Amelio - sospetta Grasso - potrebbe essere stata fatta per riscaldare la trattativa. In principio pensavano di attaccare il potere politico e avevano in cantiere gli assassinii di Calogero Mannino, di Martelli, Andreotti, Vizzini e forse mi sfugge qualche altro nome. Cambiano obiettivo - spiega il magistrato - probabilmente perché capiscono che non possono colpire chi dovrebbe esaudire le loro richieste. In questo senso si può dire che la trattativa abbia salvato la vita a molti politici".

Papelli Grasso, citando le carte processuali, parla anche di un papellino comparso poco tempo prima del papello: "Potrebbe essere stato consegnato ai carabinieri del Ros, al col. Mori che nega l'episodio, da uno strano collaboratore dei servizi che chiedeva l'abolizione dell'ergastolo per i capimafia Luciano Liggio, Giovanbattista Pullarà, Pippo Calò, Giuseppe Giacomo Gambino e Bernardo Brusca.

Anche quelle richieste ovviamente finirono nel nulla perché irrealizzabili".

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