Roma

È guerra ai writers: chi sporca pulisce per 10

Roma dichiara guerra ai writer. Con pene esemplari. Giorni, settimane, da passare a ripulire e riverniciare muri, fontane, monumenti. Si annunciano tempi duri, insomma, per gli «artisti» della bomboletta spray. «Nel 2010 il primo impegno sarà la lotta al degrado» ha annunciato il giorno della Befana il sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Per avvicinare Roma alle grandi capitali europee, metteremo mano a una serie di ordinanze per punire chi sporca». La prima ordinanza sarà quella anti-writer, che il primo cittadino firmerà entro 7-8 giorni.
Il Pacchetto sicurezza, legge 15 luglio 2009 n. 94, prevede (art. 3) il carcere da 3 mesi a 1 anno e la multa da 1000 a 3000 euro per chi danneggia cose di interesse storico o artistico. Se il fatto è commesso su immobili o mezzi di trasporto pubblici, la pena è la reclusione da 1 a 6 mesi o la multa da 300 a 1000 euro. Ma a Roma saranno sperimentate alternative. Niente carcere, forse qualcosa di peggio: gli imbrattatori dovranno lavorare gratis. L’ordinanza si ispirerà a grandi linee al progetto approvato l’1 dicembre dalla commissione Sicurezza del Campidoglio. «Il progetto prevede - spiega il presidente della commissione, Fabrizio Santori - che i muri dei palazzi o i monumenti deturpati siano ripuliti dagli stessi writer arrestati e condannati dal tribunale. Si tratta di un’iniziativa innovativa in Italia». Chi sporca, pulisce. Per quanto tempo? Dipende dal danno. Giorni, settimane. La pena sale in caso di recidiva. Santori propone di partire da due zone periferiche: Tor Bella Monaca e Tiburtino. «Potremmo cominciare anche domani - aggiunge - perchè il progetto è già stato approvato dal capo dell’Ufficio sicurezza del Comune, Mario Mori. Ma attendiamo l’ordinanza». Si pensa anche di inviare depliant informativi ai rivenditori di bombolette-spray. Per chi le vende ai minorenni scatta una multa di mille euro. Motivo: l’82% della vernice delle bombolette, dicono gli esperti, finisce sui muri. Secondo Santori «Rudolph Giuliani e la tolleranza zero hanno fatto scuola: dove ci sono vetri rotti e muri firmati, arrivano delinquenti».
Con Veltroni il Comune aveva alzato bandiera bianca. L’Ufficio decoro urbano, col programma Magistra Artis, aveva addirittura riservato ai graffitari 19 spazi, uno a Municipio. La sinistra del resto ha sempre definito il grafitismo «arte», di fatto spingendo a devastare monumenti secolari: le Mura Aureliane, la Colonna Antonina, il Pantheon. Le manifestazioni sono responsabili, secondo gli esperti, del 30% delle scritte sui muri. E a Roma c’è una manifestazione al giorno. Di recente i writer si sono scatenati. Il 16 ottobre un tale armato di vernice ha disegnato sui sanpietrini di Ponte Milvio un enorme cuore con la scritta «ti amo». Il 20 ottobre una colombiana è stata sorpresa a incidere il nome di Carlos sugli archi del Colosseo. Ora Alemanno annuncia un giro di vite.

Lo aveva detto subito dopo l’elezione: «Chi verrà preso a sporcare i muri dovrà non solo cancellare la sua scritta, ma anche altre 10».

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