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Hillary Clinton interviene tra Cina e Google: «No alla censura»

WashingtonWashington richiama Pechino all'ordine e quella che fino a ieri sembra una scaramuccia fra Google e le autorità cinesi minaccia di diventare un affare di Stato. Nel corso di un discorso al museo del giornalismo di Washington, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha annunciato d’aver formalmente chiesto ai cinesi di investigare sui recenti attacchi da parte di hacker ai codici software di Google e alle e-mail degli attivisti per i diritti umani.
Google, presente in Cina dal 2004, a suo tempo aveva accettato la richiesta delle autorità cinesi di mettere certi siti per la ricerca off limits. La popolazione cinese non poteva accedere, ad esempio, ai siti che riguardano le proteste del 1989 di Tienanmen square, l'indipendenza del Tibet e i Falun Gong.
Lo scorso 12 gennaio Google ha pubblicamente denunciato un attacco, «fatto da specialisti», ai suoi codici software e ha tolto i filtri per la ricerca.
Come risposta le autorità di Pechino hanno comunicato a Google e a tutte le compagnie straniere l'obbligo di rispettare le leggi e le tradizioni locali. Di rimando Google ha lasciato capire che potrebbe ritirarsi dalla Cina e chiudere il suo sito cinese Google.cn.
«Noi speriamo - ha detto Hillary Clinton - che le autorità cinesi conducano un’inchiesta sull’intrusione ai software di Google. Ci aspettiamo che i risultati di questa inchiesta siano trasparenti».
Il segretario di Stato americano ha paragonato la cortina informatica in certi Paesi al muro di Berlino. Citando Arabia saudita, Tunisia, Uzbekistan, Vietnam, Egitto, nonché la Cina, la signora Clinton ha poi detto: «I Paesi che limitano l'accesso all'informazione rischiano di escludersi dal progresso del secolo».
«I Paesi o gli individui - ha poi aggiunto - che promuovono attacchi degli hacker devono subire le conseguenze della condanna internazionale. In un mondo globalmente interconesso l'attacco al sito di un Paese significa l'aggressione a tutti gli altri».
Hillary Clinton ha poi ricordato che internet è stato fonte di enorme progresso in Cina. La Cina è infatti il Paese con più persone di ogni altro al mondo che usano internet. Gli esperti del settore valutano a circa 1 miliardo di dollari il mercato della ricerca on line fatta dai 350 milioni di cinesi che usano internet. Di questo mercato Google ne gestisce circa il 33 per cento, mentre la compagnia cinese Baidu ne vanta il 60 per cento.
Dal 12 gennaio a oggi le autorità cinesi in più occasioni hanno ripetuto che il problema con Google non può e non deve interferire nelle relazioni con Washington.


Secondo l'agenzia di stampa cinese Xinhua, che cita il viceministro degli Esteri He Yafei, il contrasto con Google non può e non deve essere interpretato come una situazione senza via d'uscita.

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