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I birilli del bowling

L’ Inter è specialista nel farsi del male. Il club ha trascorso allegramente le ultime due settimane a spedire complimenti a tutti. Al pattinatore Ippolito Sanfratello, tifoso e medaglia d’oro olimpica; al fondista Giorgio Di Centa, tifoso e medaglia d’oro olimpica. E ieri, al culmine del sabba, al cantante Povia. Perchè mai? È anche lui tifoso e vincitore del festival di Sanremo.
L’Inter è una squadra generosa, mai una volta che i complimenti se li faccia fare sino in fondo. Per non correre il rischio, contro una Roma senza attaccanti ha pensato bene di schierare una difesa con Materazzi e Wome, nel primo tempo del tutto coerenti con la loro fama di birilli del bowling. Poi l’Inter s’è svegliata, ha creato uragani e Materazzi ha centrato la zuccata vincente. Per la prima volta, dopo 11 partite, una squadra è riuscita a fermare la Roma. Ma essere così significa essere grandi?
Roma e Inter giocano un loro campionato, quello della caccia alla Champions con la coda (il prologo). Ma mentre l’Inter si dibatte nelle sue contraddizioni trascinando verso il basso Mancini (solo l’Europa può salvargli il posto), la Roma dell’altro Mancini è strepitosa. Decassanizzata e anche un po’ detottizzata è una squadra solida e psicologicamente liberata da ragnetele mentali tutte sue. Che bella, tutta cuore e velocità supersonica.
Il resto della domenica si concentra nei polmoni di Ilaria D’Amico, che su Sky è riuscita a parlare per tre ore di nulla.

Senza dire nulla, ma questo è il meno.

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