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"La gonna è troppo lunga": ragazza musulmana lasciata fuori da scuola

La Francia del cattivo laicismo colpisce ancora: si moltiplicano i casi di intolleranza verso i simboli religiosi. Nel mirino finiscono islamici, cristiani ed ebrei

"La gonna è troppo lunga": ragazza musulmana lasciata fuori da scuola

Sarah si stava preparando per andare a scuola come tutti i giorni. Ma ai cancelli del liceo si è vista respingere perché indossava una "gonna troppo lunga". Incredula, ci ha riprovato un'altra volta: stesso identico risultato.

È successo in Francia, a Charleville-Mezieres, cinquantamila anime tra i boschi delle Ardenne. Dove una quindicenne musulmana è stata bandita da scuola per quella gonna considerata "troppo lunga": parlando al quotidiano locale L'Ardeannais, Sarah spiega come, pur indossando il velo, lo abbia sempre tolto tutte le mattine prima di entrare a scuola, per non infrangere la legge che vieta di indossare a scuola il velo o altri simboli religiosi.

La ragazza ha spiegato che la gonna, lunga fino ai piedi, non presenta alcun simbolo religioso particolare, raccontando che le sarebbe addirittura stata negata l'iscrizione al prossimo anno scolastico. Dall'istituto si sono difesi sostenendo di averle "semplicemente" chiesto di ritornare con un altro abbigliamento.

La decisione della scuola ha suscitato polemiche e reazioni controverse in tutto il Paese e su Twitter è anche nato l'hashtag #JePorteMaJupeCommeJeVeux, "Io porto la gonna come voglio".

In Francia, conferma Il Collettivo contro l'omofobia al quotidiano progressista Libération, ci sono ogni anno diverse decine di casi del genere, che non di rado coinvolgono studentesse musulmane praticanti. Una portavoce del Collettivo, Elsa Ray, ha protestato spiegando che nel medesimo istituto altre ragazze portano gonne altrettanto lunghe, ma a restare fuori da scuola sono solo quelle musulmane.

La legge sulla laicità, varata nel 2004, non cessa di suscitare polemiche: in autunno una donna velata era stata allontanata dall'Opèra di Parigi a causa del proprio abbigliamento troppo poco "laico". A fine marzo, in occasione delle elezioni amministrative, a un rabbino era stato impedito di votare con la kippah in testa. Pochi giorni dopo, la società parigina dei trasporti si era rifiutata di pubblicare la dicitura "a favore dei cristiani d'Oriente" sulla pubblicità di un concerto di beneficenza.

Altrettante testimonianze di un laicismo aggressivo e intollerante, molto più simili agli eccessi del radicalismo religioso di ogni provenienza che non alla vera nozione di laicità, aperta e pluralista. L'imposizione violenta dell'egualitarismo di rivoluzionaria memoria continua a seminare i semi del proprio errore e delle proprie paure. Antisemitismo, islamofobia e cristianofobia sono altrettante facce della stessa medaglia.

Di fronte alla nuova avanzata dei proselitismi religiosi - quello islamico in primis - la società francese, che ancora fatica a riconoscersi post-secolarizzata combatte una battaglia di retroguardia, pretendendo di azzerare tradizioni e differenze.

Sarà proprio l'insopprimibile anelito libertario degli stessi francesi a spazzare via quest'insopportabile coercizione.

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