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Per i cavalli "traditi dall'uomo" arriva il diritto a un "pascolo sereno"

Salviamo i quadrupedi dalla macellazione: anche in Italia si diffondono le associazioni che cercano di rimediare all'ingiustizia subita da tanti purosangue o mezzosangue che, dopo una vita di lavoro e guadagni, vengono venduti come «carne». Ma da oggi si possono adottare

I costumi si evolvono, non è sempre un male. Nel 2003 sui giornali americani uscì la notizia della tragica fine di Ferdinand, un cavallo americano supercampione (vincitore nel 1986 del Kentucky Derby, nel 1987 della Breeders' Cup Classic, Cavallo dell'anno 1987). Dopo essere stato ritirato in allevamento e venduto in Giappone, era stato mandato al macello per colpa del suo basso tasso di fertilità.
Questa storia commosse l'opinione pubblica e scatenò un'immediata reazione da parte degli appassionati ippici, tanto da promuovere diverse iniziative finalizzate a evitare lo scempio toccato a Fernand. In particolare, la creazione di Centri di Recupero nei quali accogliere i cavalli a fine carriera (il primo si chiamò Ferdinand Fee), autotassazione dei proprietari ed allevatori di cavalli da corsa per aiutare a sostenere le spese dei Centri di recupero, la costituzione di Studi Legali che si assumessero l'onere della parte giuridica, riuscendo a far cambiare le leggi che riguardano la tutela dei cavalli e il divieto alla macellazione.
In Italia, ovviamente, siamo all'anno zero. Ma se in Parlamento le proposte di legge si riducono a una (almeno per il momento), per fortuna il volontariato cerca di trovare soluzioni più rapide e concrete. Tra le associazioni nate, da «Cavallo scalzo» a «Relivered Horses», merita senz'altro un'annotazione speciale quella di Roberta Ravello, «Horse Angels». Essa viene fondata nel 2009 per dare una risposta alla tragica fine che fanno la maggior parte degli equidi in Italia quando la loro redditività negli sport equestri cala. «Ogni anno nel nostro Paese vengono macellati centomila cavalli nell'indifferenza generale - dice Roberta - perché è tollerato che l'animale sia da sport e compagnia finché è giovane, mentre diventa da carne quando a causa dell'età, di malattia, di infortuni, di cattiva gestione, non può più essere sfruttato a sella o a tiro».
La fondatrice è una scrittrice da molti anni impegnata nella tutela dei diritti degli animali e dell'ambiente. La Horse Angels è un'associazione no profit che ha come scopo primario l'impegno per la protezione degli equini (cavalli ma anche asini), in particolare quelli vittima di maltrattamenti e di abbandono. Svolge attività di informazione e sensibilizzazione e provvede a trovare famiglie adottive per cavalli sfortunati, che nessuno più vuole. La HA si pone anche l'obiettivo di eliminare ogni forma di violenza e sfruttamento degli equini, reclamandoli come animali da affezione, anziché da allevamento o da reddito come sono considerati dall'ordinamento giuridico italiano.
«Per noi il cavallo non è macellabile - spiega la Ravello - né per le pelli né per le carni. Amiamo molto il cavallo e lo riconosciamo come nostro amico. Ecco perché siamo angeli dei cavalli».
Tra gli scopi associativi principali si vuole favorire lo sviluppo di un corretto rapporto uomo-equino; l'integrazione e la collaborazione con servizi ed enti pubblici e privati che operano nel settore animale e ambientale; la ricerca, lo studio e la divulgazione delle tematiche relative al benessere degli equini. Inoltre si vogliono promuovere, disciplinare e organizzare attività a tutela del diritto degli equini, nonché la loro «ricollocazione» attraverso lo strumento dell'adozione.
Horse Angels offre equidi in difficoltà per l' adozione, collocandoli in situazioni che possano essere per loro definitive. «Adottare un cavallo bisognoso, anziano, disabile o in difficoltà può essere una delle esperienze più significative nella vita di un appassionato di cavalli», spiega Roberta. Molte persone sono erroneamente convinte che «se un cavallo è disponibile per l'adozione allora non vale niente. Non c'è niente di meno vero. Molti cavalli che usufruiscono del canale dell'adozione sono cavalli montabili, sereni, affettivi».
Nel programma di adozioni ci sono, tra gli altri, cavalli che hanno disabilità minime o che a causa dell'età e dello stato di salute non possono più essere compagni di equitazione. Questi cavalli possono però essere compagni di vita, animali domestici da affezione. Cosa fa di loro squisiti compagni da affezione? «Essi sono dolci, affidabili, anziani. Hanno lavorato duro per tutta la loro vita nel mondo dell'equitazione e ora meritano un sereno ritiro al pascolo. Se non sono più montabili possono diventare i migliori amici di cavalli ancora giovani».
In qualità di animali domestici viene data loro l'opportunità di concludere la propria vita in modo sereno e tranquillo. «Dopo una vita spesso caratterizzata dallo sfruttamento, lo meritano - dice Ravello -. Noi Horse Angels crediamo che non esistano cavalli inutili. Tutti dovrebbero aprire il cuore ad un cavallo Horse Angels e adottarlo come compagno di vita».
I cavalli assistiti da questa associazione (come dalle altre) hanno sofferto molto, e hanno di sicuro guadagnato il diritto ad un futuro sereno senza obblighi di lavoro o di competizione.

Quelli che riescono a essere dati in adozione vengono controllati nel corso del tempo da incaricati dell'associazione e, se il contratto non è stato rispettato e il cavallo è stato usato in modo improprio, gli Horse Angels agiscono di conseguenza per risolvere il contratto chiedendo il risarcimento dei danni patrimoniali e morali.

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