Controcultura

I film italiani all'estero sono... Perfetti conosciuti E diventano dei format

Il successo di Paolo Genovese replicato in quattro Paesi. Poi «Smetto quando voglio» e «Suspiria»

I film italiani all'estero sono... Perfetti conosciuti E diventano dei format

«Ho iniziato a lavorare nel cinema nel 1950 sul set di Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani. Il capo macchinista mi vedeva affascinato e mi chiese: A Monta' te piace il cinema?. Sì, risposi. Allora stai attento, il cinema è in crisi».

L'aneddoto che ama ricordare Giuliano Montaldo, il regista di Sacco e Vanzetti ora candidato come miglior attore non protagonista ai David di Donatello per Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, racconta bene del nostro rapporto con il nostro cinema che crediamo essere sempre in crisi. In realtà, a parte gli anni molto negativi (proprio come il 2017 appena trascorso), il cinema italiano, in sala, da più di dieci anni ha un numero di spettatori stazionario. L'obiettivo di tutti è ovviamente aumentare il pubblico, e su questa falsariga lavora la nuova legge sul cinema voluta dal ministro Dario Franceschini. Ma per attrarre nuovi spettatori è fondamentale anche lavorare su idee nuove. Così non può non far piacere, ed è anche un'utile cartina di tornasole, vedere quali sono i film italiani che vengono rifatti all'estero. Perché questo è un buon indice di vitalità del prezioso lavoro degli sceneggiatori che puntano ad avere, come si dice con un'immagine un po' abusata, anche un respiro internazionale.

Il caso più recente è il successo di Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese che, come accadeva nella migliore tradizione della commedia all'italiana attenta ai minimi particolari anche nei dialoghi, è scritto a 10 mani, oltre che dallo stesso regista, da Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini, Rolando Ravello. Uscito nel 2016, in Italia ha incassato più di 17 milioni e mezzo, secondo soltanto a Quo vado? con Checco Zalone, irraggiungibile, a 65,3 milioni. Due titoli che, curiosamente, si ritrovano ora a essere oggetto di un remake all'estero. Perfetti sconosciuti con la sua storia intrigante, contemporanea e universale di un gruppo di amici che a cena si mette a giocare con i cellulari - ognuno legge i messaggi degli altri - è uscito con successo, dopo aver ricevuto il premio per la sceneggiatura al Tribeca Festival di Robert De Niro, nei cinema di mezzo mondo - dall'Argentina a Taiwan - e in alcuni Paesi è stato rifatto. Come in Spagna, dove Perfectos desconocidos diretto dal vulcanico Alex De La Iglesia è appena diventato il film spagnolo più visto dell'anno e il decimo di tutti i tempi con oltre 20 milioni di incasso (un dato molto interessante, considerando anche che la Spagna ha una popolazione inferiore a quella dell'Italia). Sempre in questi giorni è uscita la versione turca, Cebimdeki Yabanci, prodotta da Ferzan Özpetek che ha affidato la regia alla sua attrice feticcio Serra Yilmaz. Ma anche in Grecia sono iniziate le riprese del remake, mentre in Francia sono già terminate. La versione francese s'intitola Le Jeu ed è diretto da Fred Cavayé, con un cast importante di attori come Dany Boon (la superstar della commedia d'Oltralpe) e Bérénice Bejo. La curiosità è che a produrlo è la società Medset che ha come soci Pietro Valsecchi, sua moglie Camilla Nesbitt e Mediaset. In questo caso Valsecchi, il Re Mida del box office italiano con i film di Zalone, ha deciso di produrre il remake in proprio, così da massimizzare i profitti.

E non sarà l'unico caso, visto che ha recentemente annunciato a Variety di stare lavorando al remake francese anche di Quo vado? di Gennaro Nunziante che sarà sostituito dal collega Fabien Onteniente, mentre ancora non si sa chi sarà l'attore che vestirà i panni di Checco Zalone. Così come è incerta la fine del progetto del remake statunitense di Perfetti sconosciuti che, come ha detto Paolo Genovese, «era partito benissimo con grande entusiasmo e tre produttori d'eccellenza, tre nomi allora indiscussi: Leonardo DiCaprio, Robert De Niro e poi il problema». Ossia Harvey Weinstein, travolto dagli scandali sessuali. La magra consolazione è che il remake del film è previsto anche in Germania, Qatar e Svezia.

Ma c'è un altro titolo, una saga per la verità formata da tre film, Smetto quando voglio di Sydney Sibilia prodotto da Domenico Procacci, Matteo Rovere, Andrea Paris, che sta avendo una ribalta anche all'estero. L'idea dei ricercatori universitari, nerd e squattrinati che si mettono insieme per produrre e spacciare nuove droghe sintetiche ha conquistato Paesi come Cina, Germania, Russia, Giappone, Australia. Mentre in Spagna stanno iniziando le riprese del remake e in America ne hanno già acquistato i diritti.

A chiudere il fortunato cerchio dei rifacimenti di film italiani, provvede un nostro connazionale, Luca Guadagnino, il cui ultimo film da regista, Chiamami col tuo nome, è candidato a quattro Oscar. Guadagnino ha già pronto Suspiria, dal capolavoro di Dario Argento, co-prodotto con gli Stati Uniti (sarà distribuito da Amazon) e con attrici del calibro di Dakota Johnson, Chloë Grace Moretz, Mia Goth, Tilda Swinton, Jessica Harper.

Insomma sembra proprio che quest'anno il cinema italiano si porterà molto all'estero.

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