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I finiani oltre il limite, sondaggio choc sul Cav "Minaccia la democrazia"

Nuova offensiva. Da Repubblica all'Unità raffica di commenti per denunciare il ritorno del Fascismo. E il Futurista lancia un sondaggio choc che istiga il golpe: il Cav è un pericolo per la democrazia?

I finiani oltre il limite, 
sondaggio choc sul Cav 
"Minaccia la democrazia"

Asor Rosa lo aveva detto chiaramente. Per abbattere Silvio Berlusconi bisogna attrezzarsi, impugnare le armi e abbattere la dittatura. La parola che viene pericolosamente alla mente è "golpe". Roba da para-democrazie del terzo mondo. Azioni spietate per invertire il volere popolare. Le pompose firme della stampa progressista attingono le penne nell'odio e spiegano un accorato attacco al Cavaliere per tentare il tutto per tutto e affondare gli "ignobili" del Pdl. Ma non sono le uniche. Il Futurista, sito di riferimento dei finiani,ha lanciato un sondaggio choc che istiga l'insurrezione. Alla domanda "Berlusconi è un pericolo per la democrazia?", oltre il 94% dei simpatizzanti del leader del Fli hanno risposto affermativamente.

E' un assalto su più fronti. Il pretesto sono i manifesti anti pm con cui Roberto Lassini ha fatto tappezzare i muri di Milano. Secondo Gad Lerner (leggi l'articolo), "non c’è dubbio che dietro c’è un gruppo di esperti propagandisti, seguaci delle tecniche più subdole alla Goebbels". Tempi da dittatura, insomma. Con i magistrati milanesi che attaccano il presidente del Consiglio stringendolo a tenaglia nei quattro processi in corso. Con la sinistra che chiede ogni giorno le dimissioni del premier. E con la stampa progressista che pubblica gossip e fango per screditare il governo. E il presidente della Repubblica? Interviene, eccome. Ma lo fa per stigmatizzare i cartelloni sulle Br nei tribunali affissi da Lassini. Sull'assalto giudiziario non una parola. Eppure per Lerner è il Pdl a ricordare il ministro della Propaganda nazista nel Terzo Reich. "Sono anche dei vigliacchi, non hanno il coraggio di farsi avanti con nomi e cognomi - tuona il conduttore dell'Infedele - lasceranno solo qualche prestanome a impigliarsi nella rete della nostra riprovazione".

Un clima da dittatura, dicevamo. Repubblica ricorda quell'8 agosto 1922 quando Luigi Einaudi prese la penna e disse "quel che andava detto nelle ultime ore della democrazia". Per Barbara Spinelli (leggi il commento), oggi come allora gli italiani sono attratti dalla chimera: la dittatura appare "così rapida e brillante". Ieri Benito Mussolini, oggi Silvio Berlusconi. Ne è convinto pure Armando Spataro che dall'Annunziata avvertiva che "i magistrati adoranti piacevano molto al duce" così come "oggi a qualcuno piacerebbe disporre di una magistratura come quella". Alla sinistra piace troppo paragonare la marcia su Roma al trionfo di Berlusconi nel 1994. Stessa dittatura, stessa caccia alle streghe, stesso bisogno di Resistenza. "Al cittadino triste e malato ci si rivolge con fiducia, non trattandolo come un triste un malato - ci insegna la Spinelli - meglio informarlo bene e aiutarlo a discutere sul vero e il falso, piuttosto che dargli verità preconfezionate per sedarlo. Meglio una pluralità di poteri, che il potere apparentemente efficace di uno solo". Fino al 1994 è stato così. Poi è stata di nuovo dittatura. "Sono saggezze che si sfaldano quando viene meno la discussione libera - continua la Spinelli - si sfaldano da un ventennio". Eccolo lì: il Ventennio berlusconiano.

Ultimo baluardo per la sinistra è proprio il presidente Giorgio Napolitano che - parole del Fatto Quotidiano (leggi) - "rimette in asse quest’ennesimo scivolamento verso il basso". "Gli anni Settanta sono stati anni di tragedia. Questo secondo decennio del nuovo millennio sta sprofondando nella commedia. Una farsa fiacca ma penosa", scrive Lidia Ravera ammettendo però che delle Br condivideva il fine: "cambiare la società, smontare una classe politica". Per Giuseppe D'Avanzio (leggi l'articolo), Napolitano ha posto "un primo confine alla 'strategia del ricatto' che Berlusconi ha inaugurato per rendersi immunedai processi che possono svelare quanto corrotta sia stata la sua avventura imprenditoriale e quanto disonorevole e ricattabile e irresponsabile sia la sua vita da capo di governo".

Sempre il solito nemico. D'Avanzo lo apostrofa come una "dispotico egomane" che "strepita, gesticola, urla, aizza rumorose pattuglie di comparse a pagamento". Perché, a dispetto del risultato delle urne e dell'alto indice di gradimento riscontrato nei sondaggi, D'Avanzo assicura che il popolo del Pdl sia formato da bruti senza scrupoli dediti solo al soldo, pronti a manifestare a comando. Un popolo, per dirla con le parole di Concita De Gregorio, in cui "c'è sempre un servitore più realista del re". Sempre sull'Unità, Maria Novella Oppo dice che, sebbene "il boss" sia "sempre più fuori di testa", continua a imperversare "osannato da lacchè, Scilipoti e altre prostitute mai abbastanza pagate per lo strazio cui sono sottoposte". Ecco il ritratto dell'impero: una banda di "ignobili".

La posta in gioco è alta. La stampa progressista mette in guardia dalla dittatura. "Napolitano è chiamato a difendere e proteggere la Costituzione da partiti e uomini che la disprezzano e la umiliano - continua D'Avanzo - è la condizione estrema in cui si trova il nostro presidente. Avrà bisogno del sostegno di tutto il Paese per affrontare i conflitti che lo attendono". La chiamata alle "armi" di D'Avanzo non è estranea alla sinistra. Asor Rosa docet.

Far passare un governo eletto dal popolo per una dittatura è l'ennesimo assalto mediatico della sinistra per delegittimare il Cavaliere anche a livello internazionale.

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