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I frondisti del Pdl: "Dismissioni immobili e privatizzazioni"

No al contributo di solidarietà; aumento di un punto dell’Iva non agevolata; dismissione di una parte cospicua del patrimonio immobiliare dello Stato; privatizzazione delle grandi aziende; fusione e non abolizione di Province e Comuni; innalzamento dell’età pensionabile. Queste le proposte che i "frondisti" del Pdl

I frondisti del Pdl: "Dismissioni immobili e privatizzazioni"

Roma - No al contributo di solidarietà; aumento di un punto dell’Iva non agevolata; dismissione di una parte cospicua del patrimonio immobiliare dello Stato; privatizzazione delle grandi aziende; fusione e non abolizione di Province e Comuni; innalzamento dell’età pensionabile. Queste le proposte che i "frondisti" del Pdl, arrivati a quota dieci dopo l’adesione di Enrico Costa, presenteranno nei prossimi giorni al segretario del Pdl Angelino Alfano e che potrebbero tramutarsi in emendamenti al provvedimento del governo sulla manovra che sarà all’esame delle commissioni del Senato da lunedì prossimo.

"Ci hanno definito 'frondisti' -dice all’Adnkronos Isabella Bertolini, vice presidente dei deputati del Pdl-  ma non ci offendiamo: piuttosto, siamo liberali e convinti di essere in un partito liberale dove si può discutere, ci si può confrontare. Ed è quello che vogliamo fare, di fronte ad una manovra che così com’è non ci piace perchè ci appare iniqua e non risolutiva". I frondisti puntano soprattutto sulla dismissione di una parte consistente del patrimonio immobiliare dello Stato, guardando soprattutto a molte proprietà della Difesa: "Si parla di un valore complessivo vicino ai 400 miliardi di euro. Un censimento vero e proprio, di fatto, non c’è mai stato. Ora questo patrimonio va censito con precisione e rivalutato, per poi dismetterne una quota consistente".

In primo piano anche la privatizzazione delle grandi aziende come Eni e Finmeccanica. Un "patrimonio" valutato 500 miliardi di lire e che, solo in termini di gettoni di presenza dei componenti del Cda ha un costo di circa 7 miliardi di euro l’anno. Accanto a dismissione del patrimonio immobiliare pubblico e privatizzazione delle grandi aziende, anche l’aumento di un punto dell’Iva, esclusa quella agevolata al 4 e al 10%. Una soluzione alternativa a quel contributo di solidarietà che i frondisti proprio non riescono a digerire. "Siamo contrari - spiega la Bertolini - come lo saremmo di fronte a qualsiasi nuova tassa. Oggi si chiama contributo di solidarietà, ma fra due anni potrebbe essere di nuovo necessaria, magari con un altro nome".

No a tasse e balzelli e sì a misure strutturali. Come l’intervento sulle pensioni. "Una questione che va affrontata per metterci al passo con l’Europa", dice la Bertolini. Anche se i frondisti del Pdl pensano ad un intervento "modulare", a seconda dei casi: "Una donna con quattro figli, ad esempio - spiega ancora la Bertolini - potrebbe anticipare l’uscita dal lavoro, proprio in ragione dell’impegno sostenuto in ambito familiare. Non tutti siamo uguali, ma resta il fatto che l’Italia è l’unico Paese in Europa che va in pensione così presto. Ora occorre allinearsi ai parametri europei".

Anche su Province e Comuni il gruppo dei dieci frondisti del Pdl sta elaborando un pacchetto di proposte da presentare al segretario Alfano: fusione e non eliminazione è la parola d’ordine. L’idea è quella di "accorpare" amministrazioni provinciali per avere Province con almeno 500mila abitanti. Quanto ai Comuni, la fusione dovrebbe portare a territori con almeno 5mila abitanti, che potrebbero scendere a 3mila per le Comunità montane. Prevedere l’eliminazione tout court di piccoli amministrazioni comunali, mantenendo in carica il sindaco, non è una buona soluzione: "Così i cittadini sarebbero chiamati ad eleggere dei podestà e non dei sindaci. Senza un Consiglio comunale, senza una maggioranza e un’opposizione. Insomma, dei 'reucci' del territorio". "Il gettone di presenza del consigliere comunale di un Comune di 900 abitanti arriva a malapena a 12 euro lordi. E il Consiglio comunale si riunisce quattro volte l’anno.

Non sono questi - conclude Bertolini - i costi della politica di cui aver timore".

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