G8 Summit

I Grandi: "Tutelare le persone prima dei mercati"

I Grandi: "Tutelare le persone prima dei mercati"

nostro inviato all’Aquila

«La strada verso la ripresa» è il titolo emblematico della dichiarazione economica approvata dal G8 nella prima giornata di lavori. Tredici cartelle fitte in cui i Grandi, pur senza indulgere in facili ottimismi, registrano i «segnali di stabilizzazione» delle economie avanzate: dai progressi nei mercati azionari al ritorno di un buon clima di fiducia fra imprese e consumatori. La fase acuta della crisi è alle spalle. «Crediamo - affermano gli Otto nella dichiarazione - che la ripresa verrà rafforzata una volta che le misure di stimolo raggiungeranno un pieno effetto sulle nostre economie. Faremo, individualmente e collettivamente, i passi necessari per riportare l'economia globale verso un forte, stabile e sostenibile sentiero di crescita».
I leader di Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Canada, Russia e Italia non pensano solo ai mercati ma anche, forse soprattutto, alle persone. «Siamo impegnati ad affrontare la dimensione sociale della crisi, ponendo al primo posto le persone» affermano, accogliendo così l'invito dell'enciclica papale fresca di stampa. La promessa del G8 è che saranno quindi promosse politiche attive per il lavoro, verranno mantenuti i sostegni per i disoccupati, verrà assicurata l'efficacia dei sistemi di protezione sociale.
Nel giorno in cui il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo le stime di crescita mondiali per il 2010, il G8 lancia dunque un messaggio di impegno, ma anche di fiducia, per la ripresa dopo una lunga e pesante crisi che, ancora oggi, presenta aspetti di «incertezza e di rischio per la stabilità economica e finanziaria». Far ritornare alla normalità il sistema finanziario internazionale è la priorità più urgente, ma nel medio periodo si pone la questione delle regole. Il G8 sostiene senza riserve l'azione incominciata nei vertici G20 di Washington e Londra, ma anche l'adozione di principi comuni e regole globali secondo le linee del «Lecce Framework», la dichiarazione approvata lo scorso mese dai ministri finanziari del G8 riuniti nel Salento. Così Giulio Tremonti, giunto nel pomeriggio a Coppito, sede del summit, può rilevare con soddisfazione che sulle regole globali «oggi è stato dato un colpo di manovella. L'Italia - aggiunge il ministro dell'Economia - ha contribuito all'idea iniziale e fondamentale di stabilire regole per l'economia globale che contemplino valori ed etica». Tutte le organizzazioni economiche internazionali vengono invitate dal G8 a collaborare con rinnovati sforzi a questo fine. Lotta alla corruzione e cooperazione nel combattere i finanziamenti illeciti sono principi a cui il documento del G8 attribuisce grande importanza: «Non possiamo continuare a tollerare grandi capitali nascosti per evadere la tassazione». Alcuni Paesi, nota ancora il G8, stanno portando avanti misure di rientro dei capitali, come lo «scudo fiscale»: a questo fine è importante definire una cornice di discussione fra gli interessati.
Sul commercio internazionale, la cui ripresa è essenziale per un ritorno alla crescita economica, il G8 conferma con enfasi il «no» al protezionismo. Viene ribadito l'impegno a mantenere «liberi e aperti» i mercati, respingendo ogni genere di pratiche protezionistiche. I negoziati commerciali del Doha Round ricevono dal G8 un forte impulso. «Siamo impegnati a raggiungere una rapida, ambiziosa e bilanciata conclusione del Doha Round», si legge nel documento. Oggi, nell'incontro fra G8 e Cina, India, Brasile, Messico e Sud Africa potrebbe essere deciso che la conclusione dei negoziati commerciali debba arrivare entro il 2010.
Il G8 ha approvato anche i documenti sulla sicurezza alimentare nei Paesi poveri, specie quelli africani. Per gli investimenti nell'agricoltura dei Paesi poveri gli Otto stanzieranno 12-15 miliardi di euro in tre anni.

«L'agricoltura e la sicurezza alimentare - afferma il documento - vanno poste al primo posto nell'agenda internazionale: solo così può essere sradicata la povertà».

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